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Adozioni: all’Eliseo una riforma ispirata all’Italia

Il 21 il governo francese decide il rilancio del sistema e la nascita di una cabina di regia

di Benedetta Verrini

Una volta tanto, l’Italia fa scuola: in fatto di adozioni, nazionali e internazionali, la Francia ha deciso di seguire il “modello italiano” per riformare il proprio sistema.

Se ne parlerà nel primo consiglio dei ministri post-ferie dell’Eliseo, il 21 agosto, quando Nadine Morano, sottosegretario alla Famiglia, presenterà uno schema di riforma del settore adozioni sulla base dei risultati di un rapporto ministeriale voluto dallo stesso Sarkozy.

La ricerca ha rivelato che mentre in Francia le adozioni sono crollate negli ultimi anni (appena 4mila pratiche concluse nel 2006, nonostante 25mila coppie fossero in possesso dell’idoneità), in Italia negli anni 2006-2007 sono invece cresciute. “Dobbiamo cambiare metodo e, come hanno fatto i nostri vicini italiani, mettere un pilota nell’aereo”, ha anticipato la Morano. Il riferimento è chiaramente alla Cai, di cui oggi in Italia è presidente un profilo di rango politico e non solo amministrativo, e al sistema di conferimento delle pratiche agli enti autorizzati, che impone alle coppie una preparazione all’adozione internazionale e un accompagnamento nei paesi di provenienza dei minori (meccanismo che Oltralpe non è obbligatorio, anzi è piuttosto diffuso il fai-da-te delle coppie).

Morano ha ricordato inoltre che in Francia non esiste un monitoraggio delle coppie che, ottenuta l’idoneità, abbandonano poi il progetto adottivo. Per questo ha proposto che la richiesta di adozione venga rinnovata anno per anno e che diventi obbligatoria una formazione di base per i futuri genitori.

– Adozione nazionale: anche in Francia il problema degli affidamenti sine die

Sul fronte dell’adozione nazionale, infine, la Francia sembra vivere lo stesso problema italiano relativo al mantenimento prioritario del legame di sangue su quello degli affidatari: è molto difficile che un minore in stato di abbandono morale e materiale venga effettivamente dichiarato adottabile, e ciò lo mantiene in una sorta di limbo.

“Su 23mila minori allontanati l’anno scorso per disposizione giudiziaria si sono realizzate appena 219 adozioni”, ha sottolineato la Morano. “Qual è la sorte degli altri? Non è possibile che qualche migliaio di essi sarebbe stato meglio in una nuova famiglia? Chiederemo agli operatori sociali di decidere della loro sorte entro un anno dal loro allontanamento dalla famiglia d’origine”. Per questo, in collaborazione con il ministro della Giustizia Rachida Dati, la Morano ha chiesto di cambiare un articolo del codice civile francese.

 

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