Mondo
Adozioni, AiBi replica a Save The Children
Dopo la richiesta dell'organizzazione ai ministri degli Esteri Ue
“Come si può chiedere di bloccare le adozioni internazionali per i bambini di Haiti? Purtroppo si continua a fare confusione sul ricorso all’adozione come strumento fondamentale per garantire una famiglia ai minori abbandonati. Un conto sono infatti le migliaia di bambini con genitori e parenti dispersi a causa del sisma, rispetto ai quali si deve tentare in ogni modo di garantire il ricongiungimento con i familiari; altro caso è invece quello dei 20mila bambini abbandonati assistiti nei 200 istituti prima del terremoto. Per noi questi minori dovrebbero essere adottati subito. Al trauma dell’abbandono si è aggiunto quello del terremoto. Perché mai dovremmo togliergli anche la possibilità di essere adottati?”
Così il Presidente di AiBi Marco Griffini commenta il comunicato diffuso da Save the Children, in occasione della riunione dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea, in cui l’Organizzazione non governativa ha chiesto di bloccare le adozioni internazionali per i bambini di Haiti.
La condizione dell’infanzia nell’isola peggiora di giorno in giorno. Le bambine e le adolescenti rimaste sole sono esposte ai rischi dei trafficanti, i minori che vagano per le strade delle città vengano assoldati dagli sciacalli. Le reti per la tratta dei minori esistevano prima del terremoto ed erano già attive: i gruppi malavitosi rapivano i bambini e li consegnavano ai trafficanti di organi, dei bambini schiavi, delle baby prostitute.
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