Famiglia

ADOZIONI. AiBI, “Balotelli e gli altri, i ragazzi dell’affido infinito”

L'associazione commenta la vicenda del calciatore, che è simile a quella di migliaia di minori in Italia

di Benedetta Verrini

“La storia del calciatore interista Mario Balotelli è solo la punta di un iceberg di un fenomeno che riguarda migliaia di minori in Italia, in attesa per anni di essere adottati da una famiglia.” Così ha commentato Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini il comunicato pubblicato sul sito del calciatore.

Griffini ha riassunto la situazione, che lega il destino di questo brillante e famoso ragazzo a quello di tanti in Italia, in un breve commento sul sito dell’associazione (www.aibi.it).

Eccolo:

Sarebbe dovuta essere di due anni la durata massima dell’affido alla famiglia Balotelli, ma sono diventati quindici. Sarebbe potuta diventare un’adozione a un certo punto, ma non è mai partita la pratica. I giudici hanno messo da parte anche la proposta dell’ adozione mite, una formula innovativa per i bambini che non sono ufficialmente adottabili, ma di fatto una famiglia non ce l’hanno. E così l’affido alla famiglia Balotelli è stato confermato due anni per volta, uno in fila all’altro.

Sono numerosi i casi analoghi a quello del calciatore: il disinteresse della famiglia di origine, un affido temporaneo che si trasforma in un sine die, l’incapacità delle istituzioni competenti di rendere adottabile un minore di fatto abbandonato dai genitori biologici.

La storia di Balotelli lega con un filo rosso la sua vicenda a quella di altri bambini e adolescenti che vivono in comunità educative, in case famiglia o con i genitori affidatari, in attesa di vedere riconosciuto il diritto a crescere con una mamma e un papà. Si tratta di minori vincolati alle famiglie di origine in virtù di legami di sangue e, spesso, di relazioni affettive quasi inesistenti. Per questo vengono sballottati come pacchi postali di comunità educativa in comunità educativa o attendono il rinnovo dell’affido familiare con ansia.

Dietro queste situazioni si nascondono genitori che si presentano solo nei casi in cui “fa comodo”. A differenza di Balotelli, però, le storie di questi minori non fanno notizia, rimanendo così in una zona grigia del diritto di cui nessuno si occupa.

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