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Adozioni: a Milano si parla di fallimenti adottivi

Livia Pomodoro, Pasquale Andria e Melita Cavallo ospiti in un convegno del Ciai

di Benedetta Verrini

“Vi confesso che io sono in crisi, perché nonostante i tentativi messi in atto per fare chiarezza, i cittadini continuano ad essere confusi e disinformati. E come non comprenderli? Di recente un colpo fortissimo alla cultura dell’adozione è stato persino codificato, approvato in una legge”. Così Livia Pomodoro, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, ha aperto oggi il convegno di studi organizzato a Milano dal Ciai, riferendosi direttamente alla legge sulla fecondazione assistita, nel passaggio in cui prevede che alla coppia sterile il medico possa prospettare anche la strada dell’adozione e dell’affido. Un riferimento grossolano, che equipara due istituti completamente differenti e che soprattutto pone l’adozione come un evento “riparatorio” di un problema, di una ferita della coppia.

L’adozione vista da un punto di vista solo “adultocentrico”, con in prima linea il diritto degli adulti a coronare il sogno di una famiglia, è il tratto distintivo di molti dei fallimenti adottivi che sono stati presentati oggi a Milano da diversi magistrati minorili. Melita Cavallo, presidente della commissione Adozioni internazionali, ha presentato i risultati di una straordinaria indagine predisposta dalla commissione in cui emerge che i fallimenti adottivi non sono numericamente rilevanti (164 minori “restituiti” in un arco di due anni), ma restano un fenomeno dai contorni drammatici. Tra novembre e dicembre 2004, ha raccontato la presidente, ci sono stati 4 nuovi casi di restituzione particolarmente dolorosi, fatti da coppie che vantavano ottime relazioni dei servizi ma che hanno rifiutato i minori dopo pochissimo tempo (due fratellini ucraini sono stati lasciati al tribunale dopo un giorno dall’affidamento, praticamente appena arrivati nel territorio italiano).

Valeria Rossi Dragone, la presidente del Ciai, l’ente autorizzato che ha organizzato la giornata, è intervenuta per illustrare la lunga esperienza della sua associazione e l’importanza della preparazione del minore all’incontro con i genitori adottivi, in modo che tutto il vissuto del bambino, a volte molto drammatico, possa essere elaborato dalla famiglia in modo sereno e con i necessari supporti esterni.

Il convegno, tuttora in corso, si pone l’obiettivo di approfondire i temi scientifici, giuridici e psicologici dell’adozione, ponendo come priorità quella dell’interesse del minore ad essere tutelato. “La dichiarazione di disponibilità della coppia non può e non deve trasformarsi in un diritto” ha ribadito Livia Pomodoro. E Pasquale Andria, presidente dell’Associazione Magistrati Minorili, ha sottolineato l’importanza del percorso preadottivo come momento di valutazione e autovalutazione: “Queste coppie hanno il dovere di pensarsi genitori” ha dichiarato, “Perché le restituzioni di bambini avvengono a causa del pregiudizio che il loro ruolo sia dismissibile”. Il magistrato ha poi sottolineato l’importanza di rispettare il termine di chiusura degli istituti al 31 dicembre 2006 e di prevenire qualsiasi ipotesi di semplice “cosmesi” dei vecchi orfanotrofi (“un’imbiancata e una riorganizzazione dei vani non può chiamarsi trasformazione”).

La presidente Cavallo ha poi annunciato i principali contenuti delle nuove Linee Guida 2004 della Cai agli enti autorizzati: per prevenire le crisi, sul piano educativo-formativo, gli enti dovranno garantire il massimo dell’informazione alla coppia, con un coinvolgimento durante tutto il tempo dell’attesa del minore; dovranno curare il percorso del post adozione e la preparazione del bambino al momento dell’incontro.

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