Famiglia
Adozioni a distanza: facciamo il punto
Gli italiani hanno adottato 600mila bambini nel mondo, inviando contributi per 360 miliardi annui. Numeri che dimostrano come il sostegno a distanza sia una forma di solidarietà diffusa.
Gli italiani hanno adottato 600mila bambini nel mondo, inviando contributi per 360 miliardi annui. Questi numeri dimostrano come il sostegno a distanza sia una forma di solidarietà che si va sempre più diffondendo in Italia; diventa quindi sempre più urgente far crescere una corretta interpretazione dello spirito e della finalità di questo gesto: un aiuto al bambino ma anche una crescita personale. Perché allora non promuovere una giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione del sostegno a distanza? Questa almeno è una delle proposte emerse dal Terzo Forum sul sostegno a distanza tenutosi a Roma sabato e domenica scorsi.
Sono circa 150 gli enti e le associazione che in Italia propongono adozioni a distanza; organizzazioni grandi , piccole o piccolissime che disegnano un panorama del tutto caratteristico rispetto a quello degli altri paesi europei dove sono due, al massimo tre per nazione , le organizzazioni che concentrano le iniziative in questo settore.
Ad esempio la storica Plan International, fondata in Inghilterra nel 1937 per aiutare i bambini della guerra civile spagnola, che ha 14 sedi internazionali e assiste 959mila bambini e che nel 1999 ha raccolto 295 milioni di dollari; oppure Action Aid, anch?essa britannica, fondata nel 1972 e operante in 30 paesi, ha raccolto 50milioni di sterline nel 1999 anche grazie all?apertura di due nuovi uffici per raccolta fondi in Italia e in Grecia. Altro colosso della solidarietà a distanza è World Vision, nata nel 1950 per aiutare i bambini della Cina; oggi l?organizzazione consta di 11.200 persone che lavorano in 88 paesi per assistere 1.300.000 minori sostenuti da 1 milione di adottanti.
Diversa, come si diceva, la situazione italiana, per certi versi spesso indicata come essere più creativa e flessibile delle megastrutture internazionali. Negli anni passati si era parlato di una legge per definire criteri e caratteristiche per le associazioni dedicate a questo strumento, una legge che , così si espresse la maggioranza delle organizzazioni, avrebbe ?ingessato? il settore.
E? comunque emersa l?esigenza di strumenti di autoregolamentazione per dare maggiori garanzie di efficacia e onestà a chi versa il suo denaro per questi progetti.
Il ?III Forum per l?adozione e il sostegno a distanza? , promosso dal coordinamento ?La Gabbianella?, è stata anche l?occasione per contare le adesioni alla ?Carta dei principi per il sostegno a distanza?, lo strumento di autoregolamentazione e deontologia approvato nella precedente edizione dell?incontro.
Ad oggi sono 70 le associazioni egli enti che hanno sottoscritto questo decalogo. Tra gli impegni, centrali sono la trasparenza nella gestione dei fondi e l?uso dell?adozione a distanza come strumento per la promozione all?autosviluppo del bambino ma anche della sua comunità di appartenenza.
Secondo il primo censimento in materia condotto nel 2000 dall?Istituto Bellunese di Ricerche sociali e culturali, le 150 organizzazioni italiane che operano nell?adozione a distanza sono nel 53,2% dei casi di orientamento laico e per il 46, 8% religioso. Si tratta in grande maggioranza di associazioni formalmente costituite (57,4%), per il 17,6% di istituti religiosi, per il 14,7% di enti giuridici morali e per il restante 10,3% di associazioni di fatto.
Africa e America latina sono le aree mondiali dove più spesso sono rivolti questi progetti (63%), seguono l?Asia (40%), l?Est europeo (30%) e il Medio Oriente (13%).
Il più delle volte il referente sul posto è un missionario (59,6%), oppure un associazione locale (30,9%), o un volontario italiano (28,7%). Le scuole locali sono anch?esse un punto di riferimento (24,5%), mentre meno frequente è il ricorso a personale locale stipendiato o a un volontario locale (14%).
Come evidenziato durante le due giornate del Forum, altra specificità italiana è la diffusione della partecipazione diretta degli Enti Locali a progetti di sostegno a distanza, in particolare in interventi di cooperazione decentrata. Così come stanno prendendo piede ?adozioni collettive? fatte da interi condomini, scuole (classi che adottano altre classi), gruppi di colleghi.
Mancano però ancora degli ?sportelli informazioni? all?interno delle strutture comunali o gestiti dalle associazioni dove chi è interessato a conoscere il sostegno a distanza possa avere tutte le indicazioni su chi e come operano le associazioni presenti nella sua città.
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