Famiglia

Adozione mite, scontro forte

Minori. Nuove forme di accoglienza, continua il dibattito / Le associazioni contro la sperimentazione aperta a Bari

di Sara De Carli

Si torna a parlare di adozione mite. Si tratta di un?adozione non legittimante, in cui i minori mantengono rapporti con la famiglia di origine. Uno strumento discusso: i suoi sostenitori – in primis Francesco Occhiogrosso, presidente del Tribunale per i minorenni di Bari – sottolineano che così si arginano gli affidi-infiniti, diffusissimi nelle situazioni di semiabbandono permanente che non sfociano nell?adottabilità. Gli oppositori invece – tra cui Donata Nova Micucci, presidente dell?Anfaa – Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie – la vedono come una svalorizzazione dell?adozione legittimante, una prassi che pregiudica l?affido e rischia di sottrarre arbitrariamente i figli a genitori sì in difficoltà, che però mantengono con i figli una relazione affettiva significativa. In questi giorni sono apparsi due nuovi documenti in materia. Da un lato il Consiglio superiore della magistratura ha fatto un passo indietro, precisando «di non aver autorizzato l?adozione mite presso il Tribunale per i minorenni di Bari», ma di essersi «limitato a prendere atto della nota del presidente di quel Tribunale», che ne comunicava l?istituzione. La nota arriva in risposta all?Anfaa, e il Csm la spiega: «Attività giurisdizionale e di interpretazione di norme giuridiche su cui il Csm non ha competenza». Dall?altra parte, lo scorso 24 giugno, l?Aimmf – Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e la famiglia ha approvato un documento che fa il punto sul dibattito per la ricerca di nuove prassi in materia di affido e adozione: chiede più flessibilità nell?utilizzo degli strumenti consentiti dalla legge e un adeguamento della legislazione. «Nel settore della protezione dei minori c?è tutto un campo di situazioni grigie (abbandono che matura nel tempo, semi-abbandono) in cui va affermato con fermezza il diritto del minore alla famiglia, anche con l?apertura a nuove forme di accoglienza», dice il documento. Occhiogrosso lo commenta così: «è un testo interessante perché prende una posizione decisa sul tema e consente finalmente di superare il dualismo che si è creato tra la sperimentazione barese e l?Anfaa». Marco Griffini, presidente di AiBi, sottolinea: «Se consideriamo l?adozione mite come una delle strategie in grado di evitare ai bambini che vivono negli istituti di rimanervi sine die, allora è una strada. Tuttavia dovrebbe avere un carattere strettamente residuale, in quanto non costituisce la soluzione ottimale per il bambino abbandonato che ha diritto al calore che solo una famiglia adottiva può offrire».


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