Mondo

Adozione a distanza di prostitute per toglierle dalla strada

È la proposta della Caritas di Vicenza

di Gabriella Meroni

Un?adozione a distanza per aiutare una ragazza a liberarsi dalla schiavitù della prostituzione coatta. E? l?invito ?a riaccendere la speranza? lanciato dalla Caritas vicentina a partire dall?Avvento. Possono ?adottare? singole persone, ma anche a gruppi parrocchiali, giovanili, compagnie di amici, famiglie, squadre sportive, colleghi di lavoro. In concreto, significa farsi carico di donare una somma mensile variabile, oppure fare una donazione una tantum, in modo da aiutare la Caritas a sostenere gli alti costi di reinserimento sociale e lavorativo delle ragazze straniere che sfuggono al racket della prostituzione. E? il ?Progetto Donna?, realizzato dalla Caritas assieme all?associazione Diakonia. Le ragazze riescono così ad affrancarsi dai loro protettori, che il più delle volte vengono denunciati, e attraverso l?inserimento in case di prima e seconda accoglienza faticosamente si ricostruiscono una vita. L?ONU stima in 7 miliardi di dollari l?anno il fatturato del traffico di esseri umani, mentre le persone schiavizzate sarebbero ben 4 milioni l?anno. Secondo l?Organizzazione Internazionale per le Migrazioni addirittura il giro d?affari sarebbe di 12 miliardi e mezzo di dollari. Sempre secondo l?Oim sarebbero 500.000 questi nuovi schiavi in arrivo nella sola Europa occidentale ogni anno. Secondo l?Interpool questa cifra sarebbe ancora più alta e arriverebbe a un milione di persone. Un mercato colossale difficile da definire nelle sue dimensioni, che si sviluppa sulla pelle di chi cerca una possibilità di vita dignitosa. In Italia le donne straniere coinvolte nella prostituzione, secondo una ricerca Parsec, sarebbero 18-25.000. Vicenza da chi si occupa del fenomeno è considerata, purtroppo, una piazza particolarmente ?florida?, dove mercificazione dei sentimenti, larghe disponibilità di denaro e un certo desiderio di riaffermazione del potere maschile su quello femminile fanno da sfondo a un largo consumo di sesso a pagamento soprattutto con ragazze straniere che, in strada o in appartamento, sono obbligate a vendersi dai loro magnaccia a suon di ceffoni, riti vodoo e altre violenze fisiche e psicologiche. Il Progetto Donna della Caritas diocesana ?Liberare dalla schiavitù perché si riaccenda la speranza? è sorto nel 1998 in collegamento con realtà diverse, fra cui l?associazione Papa Giovanni XXIII, impegnate su questo fronte. Le attività realizzate col Progetto riguardano uno spettro di azioni che va da uno sportello di ascolto a un lavoro di strada, dalla gestione di tre comunità di accoglienza alla formazione socio-culturale e professionale delle ragazze per permetterne il reinserimento, dall?assistenza amministrativa per l?ottenimento del permesso di soggiorno, del tesserino sanitario, del libretto di lavoro, della residenza, a quella legale per la necessità di testimoniare in tribunale contro i protettori, dall?attività di informazione e sensibilizzazione sul territorio alla formazione di volontari, famiglie solidali e gruppi di giovani, dal lavoro in stretto contatto con la Questura, altri enti istituzionali e associazioni all?avvio, l?anno prossimo, di un gruppo di auto-mutuo-aiuto per i clienti. Si tratta di un progetto complesso e molto costoso sia da un punto di vista economico (ben più di 200 milioni di lire all?anno) che di risorse umane (il servizio è gestito dai volontari Caritas con la collaborazione di una serie di operatori e di consulenti professionali). Lo sforzo ha però dato risultati significativi: nel ?99 ha permesso di avvicinare 135 donne, l?anno scorso 143. Dal gennaio di quest?anno al 1° ottobre i contatti sono stati ben 169. Un numero significativo di queste ha intrapreso il suo percorso di libertà, ma le richieste sono sempre maggiori delle disponibilità concrete di accoglienza. Per questo la Commissione ?prostituzione coatta e comunità cristiana? della Caritas berica lancia un appello a quanti avvertono la drammaticità di queste situazioni per aumentare le nostre risorse umane ed economiche. La Commissione è anche disponibile ad incontrare su questo tema le Caritas parrocchiali. Per informazioni ci si può rivolgere in contrà Torretti 38 a Vicenza a: Associazione Diakonia onlus (0444 506075, diakonia@caritas.vicenza.it), alla segreteria della Caritas Diocesana (0444 304986) e allo Sportello Donna (0444 314441). Le offerte, specificando la causale ?percorsi di libertà?, possono essere effettuate direttamente presso gli uffici della Caritas o tramite bonifico intestato alla Caritas Vicentina sul conto corrente bancario n. 117100, cod. Abi 5018, Cab 12100, filiale di Vicenza della Banca Etica. Intestandolo invece all?associazione Diakonia onlus è possibile anche la detrazione fiscale d?imposta, pari al 19% della somma donata. In questo caso va effettuato sul conto corrente n. n. 18033590, cod. Abi 06355, Cab 11802, della Cariverona sede di Vicenza, specificando la stessa causale.


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