Mondo
Adottiamo una crisi dimenticata
Msf pubblica il rapporto annuale e lancia una sfida ai media: impegnatevi a parlare di una o più crisi dimenticate durante i prossimi 12 mesi, fino alla presentazione del prossimo rapporto nel 2010
La crisi sanitaria nello Zimbabwe; la catastrofe umanitaria in Somalia; la situazione sanitaria in Myanmar; i civili nella morsa della guerra nel Congo Orientale (RDC); la malnutrizione infantile; la situazione critica nella regione somala dell’Etiopia; i civili uccisi o in fuga nel Pakistan nord- occidentale; la violenza e la sofferenza in Sudan; i civili iracheni bisognosi di assistenza; la coinfezione HIV-TBC.
Sono le dieci crisi umanitarie più gravi e ignorate dai media nel 2008 secondo il rapporto pubblicato oggi da Medici Senza Frontiere (scaricabile per intero cliccando qua accanto), che contiene anche un’analisi realizzata in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato alle crisi umanitarie dai principali telegiornali della televisione generalista in Italia (a lato scarica il rapporto completo).
Msf, con il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), lancia inoltre la campagna “Adotta una Crisi Dimenticata” per chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive e testate on-line di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante i prossimi 12 mesi, fino alla presentazione del prossimo rapporto nel 2010. «Una campagna che ha già visto importanti adesioni da parte di diverse testate giornalistiche e che vedrà coinvolte anche numerose università e scuole di giornalismo» si legge nella presentazione del rapporto.
«L’analisi delle principali edizioni (diurna e serale) dei telegiornali RAI e mediaste confermano la tendenza riscontrata negli ultimi anni di un calo costante delle notizie sulle crisi umanitarie, che sono passate dal 10% del totale delle notizie nel 2006, all’8% nel 2007 fino al 6% (4901 notizie su un totale di 81360) nel 2008» rileva Msf. «Di queste, solo 6 sono quelle dedicate all’Etiopia, dove la popolazione della regione somala, intrappolata negli scontri tra gruppi ribelli e forze governative, continua a essere esclusa dai servizi essenziali e dagli aiuti umanitari, e nessuna alla coinfezione HIV-TBC, nonostante la TBC sia una delle principali cause di morte per le persone affette da HIV/AIDS e circa un terzo dei 33 milioni di persone con HIV/AIDS nel mondo è affetto da TBC in forma latente».
«Per altri contesti dove sono in corso da anni gravi crisi umanitarie, l’attenzione dei media si concentra esclusivamente su un breve lasso temporale in coincidenza con quello che viene identificato come l’apice della crisi» fa notare Msf. È il caso del Myanmar, di cui i nostri TG si occupano solamente in occasione del ciclone Nargis, che pure rappresenta solamente l’ennesimo colpo inferto a una popolazione quasi dimenticata dal resto del mondo, dove l’HIV/AIDS continua a uccidere decine di migliaia di persone ogni anno, la malaria continua a restare la principale causa di morte e ogni anno vengono diagnosticati 80mila nuovi casi di tubercolosi. Ed è il caso della provincia del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, dove anche nel 2008 sono proseguiti i combattimenti tra l’esercito governativo e diversi gruppi armati, che sono degenerati in una vera e propria guerra a partire da agosto, che ha provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone. I nostri TG ne hanno parlato quasi esclusivamente in occasione dell’assedio della città di Goma a ottobre e novembre.
Nel caso di crisi umanitarie cui i TG hanno dedicato uno spazio notevole, come l’Iraq o il Pakistan, va tuttavia notato come le notizie relative alla drammatica situazione umanitaria della popolazione civile irachena o di quella del Pakistan nord-occidentale, rappresentano una netta minoranza. Vengono invece privilegiate, nel caso dell’Iraq, oltre alla cronaca degli attentati, le notizie sul dibattito politico in Italia o negli USA; nel caso del Pakistan, le elezioni e la cronaca degli attentati.
Infine, anche per il 2008 viene confermata la tendenza, da parte dei nostri media, di parlare di contesti di crisi soprattutto laddove riconducibili a eventi e o personaggi italiani o comunque occidentali. Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, a cui i TG hanno dedicato 93 notizie (su 178 totali) che coinvolgevano uno o più nostri connazionali; la malnutrizione infantile, di cui si parla principalmente in occasione di vertici della FAO o del G8; il Sudan, cui si fa riferimento principalmente per iniziative di sensibilizzazione che vedono coinvolti testimonial famosi e per notizie circa l’inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per il presidente del Sudan.
«Medici Senza Frontiere (MSF) è nata con l’obiettivo di portare soccorso alle popolazioni in pericolo e di testimoniare della loro situazione» afferma Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. «È spesso difficile, in Italia ma anche nel resto del mondo, raccontare la vita e le sofferenze dei milioni di persone che incontriamo e curiamo ogni anno in oltre 60 paesi del mondo. Per questo MSF è impegnata in un’azione di stimolo costante nei confronti dei mass media affinché non tralascino di informare sulle realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo, nell’erronea convinzione che questi non interessino. La nostra speranza è che i media italiani accettino la sfida di raccontare le crisi umanitarie, nella consapevolezza che raccontarle sia il primo passo verso affrontarle e risolverle, aderendo alla campagna “Adotta una crisi dimenticata”».
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