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adottare? Con la crisi meglio di no

di Redazione

Le domande di idoneità all’adozione internazionale presentate dalle famiglie italiane sono in netto calo: meno 13% in un anno, dalle 6.867 del 2007 alle 5.991 del dato provvisorio 2008, comunicato dal ministero della Giustizia al Crc, il gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti di infanzia e adolescenza. «La crisi si fa sentire», commenta l’avvocato Enrica Dato, dell’ufficio legale e diritti minorili di AiBi. Dello stesso avviso Grazia Cesaro, avvocato esperto di minori e responsabile Settore civile dell’Unione nazionale camere minorili: «La crisi economica in atto è sicuramente il primo fattore per spiegare questo calo», chiarisce Cesaro, «è infatti la motivazione più ricorrente che riscontro nei colloqui». Per l’avvocato di Milano, «in tempi di ristrettezze economiche le famiglie sono impaurite, e di certo non è in questi momenti che decidono di iniziare l’iter adottivo, che dura qualche anno e comporta una spesa economica rilevante». Subito dietro l’effetto crisi, però, vi sono altri due fattori che da almeno un paio di anni (nel 2006 le richieste erano state 7.786, il 23% in più del 2008) frenano le domande: «Soprattutto l’aumento del ricorso alle tecniche di fecondazione assistita», prosegue Cesaro, «e infine, in modo minore ma degno di nota, il fatto che sempre più spesso i bambini che arrivano in adozione sono già in età scolare: questo spaventa molte coppie, che li vorrebbero più piccoli». (D. B.)

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