Non profit
ADOLESCENTI. Mentoring: da bulli a belli
Presentati a Milano gli esiti del progetto sperimentale contro il disagio giovanile dell’associazione Mentoring Usa/Italia-Onlus
di Redazione
Avviato l’anno scorso in Lombardia e realizzato dall’associazione Mentoring Usa/Italia-Onlus, con l’assistenza scientifica della Facoltà di Psicologia 1 dell’Università Sapienza di Roma, ll progetto Mentoring, contro la dispersione e l’abbandono scolastico, ha dimostrato che l’affiancamento di un “mentore” di riferimento aiuta i ragazzi in difficoltà a recupera le motivazioni e la forza necessari a superare i disagi cui spesso i giovani non riescono a far fronte. Oggi, presso la sede di Fondazione Cariplo a Milano, sche ha sostenuto il progetto, sono stati presentati i risultati ottenuti nella fase sperimentale.
Circa 170 ragazzi a rischio hanno partecipato, a parire dallo scorso anno scolastico ,nelle scuole di Como, Brescia, Angera e Solbiate Olona (Va), Vobarno, Leno e Chiari (Bs): una elementare, le altre medie o superiori. «I ragazzi di oggi hanno grandi potenzialità: questo metodo li aiuta a usare bene i talenti che hanno», ha detto il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti nel presentare l’iniziativa. E ancora: «Meglio belli che bulli…».
I ragazzi coinvolti sono stati individuati dai professori sulla base di alcuni parametri come il rendimento scolastico, le difficoltà nel relazionarsi con gli altri, l’iperattività, il contesto famigliare… A questi è stato affidato un mentore, spesso un ragazzo con qualche anno in più, oppure, un adulto.
L’obiettivo? Ricondurre i bambini e gli adolescenti a rischio a esperienze di crescita importanti ma non pericolose. In una parola, fare prevenzione, per evitare che i campanelli d’allarme lanciati dai ragazzi si trasformino in episodi di vita vissuta e di devianza giovanile.
Il metodo è scientifico: sono stati formati due gruppi da 84 ragazzi ciascuno, un gruppo sperimentale e uno di controllo. Il progetto ha coinvolto direttamente anche insegnanti e genitori, perché solo con la partecipazione e la condivisione è possibile ottenere risultati.
I ragazzi, i genitori, la scuola vengono chiamati ad analizzarsi a fondo: un questionario all’inizio del percorso mette in evidenza, ad esempio, la scarsa fiducia che i gli adolescenti hanno in loro stessi: pensano di non potercela fare, che la scuola sia uno scoglio troppo grande da superare. Viene analizzata la capacità “metacognitiva”, cioè la capacità di darsi un metodo di studio e saper mettere in campo strategie per superare le prove nelle varie materie di studio. Si cerca di comprendere quali siano le chiavi per fare in modo che i ragazzi riescano a raccontare le loro emozioni: molto spesso le crisi nascono proprio dal fatto di non riuscire a “sfogarsi”.
Fiducia in sé, autostima, indicazione di rischio al rispetto delle regole, energia: tutti fattori su cui il progetto Mentoring ha dimostrato di saper influire.
Dopo il primo anno scolastico, infatti, a seguito di un questionario di sintesi dei risultati ottenuti, l’indicatore che segnala la fiducia scolastica ha subito un significativo miglioramento. Così come sono migliorati gli indicatori della fiducia in sé, nelle relazioni con le persone, nella condotta antisociale, l’amicalità e altri elementi che concorrono a definire la personalità dei ragazzi. L’esperienza del mentore ha mostrato una grande efficacia anche nei confronti degli stessi insegnanti, spesso privi di strumenti e modalità di approccio a problemi di questo tipo.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.