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Adesso il lungo viaggio verso Valencia

La nave umanitaria, ancora ferma tra Malta e l’Italia, si prepara al lungo viaggio verso la Spagna. 1300 Km la separano dal porto assegnato di Valencia, dove sarà scortata dalla guardia costiera italiana. E MSF continua a chiedere lo sbarco immediato per le persone 629 persone salvate dal mare e bloccate, ormai da giorni a bordo, tra loro 123 minori minori, 7 donne incinte e diversi feriti

di Ottavia Spaggiari

Ha finalmente un porto a cui dirigersi l’Aquarius, la nave umanitaria gestita da SOS Mediterranee e MSF, a cui il governo italiano ha negato l’assegnazione di un porto. Sarà Valencia ad accogliere le 629 persone salvate dal mare e bloccate, ormai da due giorni, tra Italia e Malta. Tra loro 123 minori tra i 13 e i 17 anni, 11 bambini piccoli e 7 donne incinte. Dalla nave fanno sapere che la situazione rimane calma, nonostante la tensione sia palpabile. I passeggeri, reduci dall’inferno libico, sono scampati al naufragio e molti sono in condizioni difficili: 15 le persone con gravi ustioni chimiche, altre con principi di annegamento e ipotermia.
La terraferma rimane ancora lontana: 1300 Km separano la nave da Valencia. 500 persone saranno trasferite su due imbarcazioni della guardia costiera italiana, che scorterà la nave fino in Spagna.

Il coordinatore dei soccorsi, Nicola Stalla, aveva infatti sottolineato lunedì che sarebbe stato impossibile navigare fino a Valencia con così tante persone a bordo. Molti avrebbero dovuto dormire all’addiaccio in condizioni meteo in crescente peggioramento.

I 77 metri dell’Aquarius sono infatti progettati per ospitare un massimo di 550 persone per circa tre giorni.
A bordo sono arrivati finalmente anche i rifornimenti di cibo e acqua. Lunedì mattina, Aloys Vinard, coordinatore di MSF aveva dichiarato che le scorte stavano finendo. Nel pomeriggio la marina maltese aveva inviato provviste sulla nave, ma SOS Mediterranee aveva sottolineato che sarebbero bastate solo per un pranzo di oggi. Questa mattina una nave italiana ha rifornito l’imbarcazione di ulteriori provviste.

Nella giornata di lunedì, l’MRCC di Roma aveva chiesto la disponibilità a Sea-Watch di accogliere a bordo della propria imbarcazione persone trasbordate dall’Aquarius. Sea-Watch, che ha un’imbarcazione di dimensioni inferiori a quelle della nave di SOS Mediterranee, aveva risposto: «La Sea-Watch 3 ha spazio sul ponte per ospitare temporaneamente alcune delle persone salvate. Ma l’attuale situazione politica rende necessario un piano che descriva in quale porto italiano saranno trasportate tutte le 629 persone a bordo». In un tweet l’Ong tedesca ha dichiarato: «Siamo più che disponibili ad aiutare per mettere fine a questo gioco sulla pelle delle persone salvate, tra cui ci sono anche feriti, ammalati, donne incinte e bambini e portare le 629 persone in un porto sicuro in Italia, ma non a mettere in pericolo la loro vita in un viaggio di 1400 km».


«Da un lato siamo sollevati perché si sta intravedendo una soluzione e si esce da un momento di stasi», ha spiegato Alessandro Porro, volontario a bordo, «dall’altra vogliamo sottolineare che questa soluzione della Spagna e il dispiegamento di forze, non è una situazione che può funzionare a regime».

Porro ha infatti sottolineato come il lungo viaggio verso Valencia abbia un forte impatto sul lavoro della nave, in questo modo infatti « sottraiamo delle risorse al soccorso delle acque internazionali di fronte alla Libia dove la gente continua a morire».

SOS Mediterranee ha dichiarato via Twitter che, nonostante il sollievo, rimane il fatto che si continua a prolungare lo sbarco di persone già vulnerabili che dovrebbero ottenere un’assistenza immediata.

Medici Senza Frontiere, che a bordo della nave si occupa dell’assistenza medica, in un comunicato continua a chiedere lo sbarco immediato delle 629 persone a bordo, al porto sicuro più vicino, nel rispetto del diritto del mare e del diritto internazionale.

«Negare lo sbarco a persone disperate salvate dal mare non può essere considerata una vittoria», ha dichiarato Aloys Vinard, rispondendo indirettamente alle dichiarazioni del Ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che aveva definito come tale, la chiusura dei porti all’Ong e la conseguente apertura della Spagna alla ricezione. «Questa è la risposta sbagliata alla mancanza di responsabilità e di condivisione tra gli stati membri».
Nonostante il porto sia stato negato all’Aquarius, oggi a Catania arriverà la nave della marina militare con 937 migranti a bordo.

Foto: Daniele Biella

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