Famiglia

addio tribunale di famiglia?

La riforma voluta dal governo sembrava in dirittura d'arrivo. Ma due ddl la mettono in pericolo

di Redazione

Il ministero della Giustizia aveva annunciato per il 2009 un nuovo tribunale sul diritto di famiglia. Al Senato però si lavora per trasferire le stesse materie alla giustizia ordinaria. La partita è aperta. E i diritti
dei minori? Un nuovo Tribunale per la famiglia, chiamato a pronunciarsi sull’ampia gamma di materie relative al diritto di famiglia e ai diritti dei minori: interdizione, separazione e divorzio, divisione dei beni in comunione legale e successoria, adozioni nazionali e internazionali, per fare alcuni esempi. L’ipotesi era stata lanciata nei mesi scorsi dal governo, con l’annuncio del varo, entro i primi sei mesi del 2009, di un disegno di legge per la riforma del sistema giudiziario. «La bozza è già pronta: si tratta solo di limarla», aveva assicurato il sottosegretario alla Giustizia con delega ai minori, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che di questo progetto ha fatto un cavallo di battaglia.
L’intenzione di superare la frammentazione delle competenze giurisdizionali e di equiparare lo stato giuridico dei figli naturali (di coppie di fatto) a quelli legittimi (di coppie sposate) era nell’aria da tempo. E sembrava assodato che l’ago della bilancia pendesse in favore dell’istituzione di un tribunale ad hoc per la famiglia, per i minori e per la persona. Sembrava. L’imperfetto è di rigore, perché ora, a contendere la pole position al progetto del governo spuntano due disegni di legge in discussione a Palazzo Madama, per il trasferimento al Tribunale ordinario di tutti i procedimenti inerenti l’articolo 317-bis del Codice civile relativi ai figli dei genitori non coniugati. Si tratta dei ddl 1211 per la «Modifica alla disciplina in materia di esercizio della potestà genitoriale» e 1412 per la «Modifica alla disciplina in materia di filiazione naturale», firmati entrambi da un gruppo di senatori capeggiati dal presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli. Se la manovra dovesse trovare consenso, il Tribunale dei minori si vedrebbe estromesso dalla gestione delle separazioni di coppie di fatto con figli: secondo Piercarlo Pazé, magistrato e direttore della rivista Minorigiustizia, praticamente la metà di tutti i procedimenti civili aperti davanti al Tribunale dei minori.
Un cambio di rotta improbabile? Tutt’altro. Secondo fonti autorevoli, l’accordo fra maggioranza e opposizione è già cosa fatta. Plaude all’eventuale risoluzione Luisella Fanni, dell’Associazione italiana avvocati per la famiglia e per i minori: «Da tempo l’Aiaf ritiene che la soluzione migliore sia l’istituzione presso i Tribunali ordinari di sezioni specializzate che si occupino dei diritti della persona e della famiglia, e il trasferimento del 37-bis dal Tribunale dei minori al Tribunale ordinario va in questa direzione». Accogliendo con favore il contenuto dei ddl in discussione al Senato, gli avvocati tengono però a precisare di non nutrire pregiudizi sull’alternativa proposta dal governo. «Purché sia rispettato il principio di prossimità: i Tribunali unici per la famiglia dovrebbero sorgere in ogni località sede di tribunale, per non creare ingiuste disparità tra i cittadini che possono godere di un servizio vicino casa e quelli che, magari, per problemi dovuti alla distanza, potrebbero rinunciare alla tutela dei propri diritti. Non ne facciamo una questione di dizione, ma di garanzie».
Più cauta nel formulare un giudizio di merito sui ddl in discussione al Senato è l’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia. «Da tempo l’Aimmf ha individuato come unica soluzione rispettosa dei diritti dei minori l’unificazione delle competenze in capo al Tribunale delle persone e della famiglia», fa sapere il direttivo. Esprimendo il timore che «questa modifica legislativa “minimalista” possa ostacolare l’adozione più complessa della soluzione auspicata», i magistrati individuano tre nodi da affrontare: la precisazione del rito processuale applicabile ai procedimenti dei figli di genitori non coniugati; la presenza anche presso le sezioni Famiglia dei Tribunali ordinari dei giudici onorari; e infine, la presenza di giudici togati specializzati addetti in via esclusiva alla materia della famiglia.


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