Non profit

Addio sponsorship, ora le aziende vogliono essere partner del non profit

Le imprese sono tornate a donare al non profit, ma la modalità è diversa: oggi si punta su relazioni che durano nel tempo, strutturate, che sovente sfociano in una co-progettazione. Che non hanno più a che fare con la “comunicazione” ma soprattutto con l’employee involvement e la soddisfazione degli stakeholder. Sul numero in edicola una rassegna delle best practice

di Sara De Carli

Addio sponsor: aziende e non profit sono sempre più spesso partner. Come BNL e Telethon, per citare due big. Relazioni che durano nel tempo, strutturate, che sovente sfociano in una co-progettazione. Che non hanno più a che fare con la “comunicazione” ma soprattutto con l’employee involvement e la soddisfazione degli stakeholder. Sul nuovo numero di VITA raccontiamo le migliori case history, da Ail e Cruciani a Fondazione Albero della Vita e Generali, passando per Lega del Filo d'Oro e Cooperlat Trevalli. Dal 2013 “Happiness goes from heart to heart” ha portato in casa Chicco il programma “Cuore di bimbi” di Fondazione Mission Bambini, che lavora sulle cardiopatie infantili nei Paesi più poveri. La partnership ha un’entità complessiva di 600mila euro e coinvolge dieci filiali estere del celebre brand per l’infanzia: 8 manager Chicco hanno già partecipato a cinque missioni in Cambogia, Zambia, Myanmar. Fra loro anche Francesca Catelli, CSR Director di Artsana Group.

L'impressione è che da parte delle aziende ci sia oggi un desiderio di andare oltre la sponsorship, per costruire relazioni durature con le ONP e spesso anche con la voglia di costruire insieme un progetto/intervento. È così anche per Chicco, nell'ambito della partnership con Mission Bambini?
Con Mission Bambini collaboriamo dal 2013 sul tema delle cardiopatie infantili, che è uno dei principali ambiti di intervento della Fondazione. Valorizzando da un lato l’expertise di Mission Bambini e dall’altro la nostra volontà di contribuire in modo continuo e duraturo, insieme abbiamo sviluppato “Happiness goes from heart to heart”. Un progetto dal respiro internazionale, sia perché sono coinvolte le principali Filiali estere Chicco, sia perché l’obiettivo è quello di sostenere missioni di medici volontari italiani e internazionali che intervengono là dove nel mondo la vita dei bambini è in pericolo, non solo operando ma anche formando i colleghi locali. Come questa, tutte le nostre iniziative di CSR hanno sempre avuto una durata di lungo termine, con obiettivi trasparenti e risultati concreti.

In questa partnership, quali sono gli obiettivi di Chicco e quali i tratti che reputa caratterizzanti?
La felicità dei bambini è l’essenza della mission di Chicco. Il progetto sviluppato insieme a Mission Bambini vi risponde perfettamente: qui è in gioco la vita stessa dei bambini. E non è un modo di dire, perché i bambini aiutati sono realmente bambini salvati. Proprio su questo elemento facciamo leva: i manager delle Filiali che sostengono il progetto, a turno partecipano personalmente alle missioni insieme ai medici volontari, in Paesi come Cambogia, Myanmar, Zambia. E tornano carichi di entusiasmo, perché hanno toccato con mano quanto Chicco riesca a fare la differenza nella vita di tanti bambini e delle loro famiglie. Un entusiasmo che a cascata i manager trasmettono ai collaboratori e che diventa una forte spinta motivazionale per tutti, anche per la promozione delle iniziative di raccolta fondi che ogni Filiale è chiamata a realizzare. Anche in termini di comunicazione il progetto funziona molto bene.

Un trend relativamente nuovo è quello del coinvolgimento attivo dei dipendenti: come avviene e perché?
Sì, la possibilità di coinvolgere i dipendenti come descritto sopra è un aspetto fondamentale: il progetto colpisce, è vissuto e sostenuto con passione dai manager e dai loro team. Io stessa, per prima, ho partecipato ad una missione con i medici volontari: era appunto il 2013, in Cambogia presso l’Angkor Hospital for Children di Siem Reap. Un’esperienza indimenticabile, dal forte valore umano.

Il Report "Donazioni boom" è stato realizzato grazie al sostegno di myDonor® e AIFR – Associazione Italiana di Fundraising®

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