Non profit

Addio container, il volontariato ha trovato casa

A novembre apre la struttura dei Csv

di Redazione

Sarà la cabina di regia di tutto l’associazionismo. Una struttura realizzata esclusivamente con fondi privati, che darà un tetto alle realtà rimaste senza sede A novembre a L’Aquila nascerà la Casa del Volontariato (CdV). Sarà la cabina di regia per tutto il volontariato cittadino. Un progetto nato dall’esperienza del Csv locale ma che ha saputo coinvolgere le tante anime del sociale.
«Darà la possibilità alle associazioni di volontariato di ricominciare», spiega Gianni Pappalepore, presidente del Centro Servizi Volontariato de L’Aquila (CsvAq), «una volta operativo sarà la prima risposta alla necessità più impellenti del terzo settore; oltre alla nostra sede ci saranno spazi comuni e uffici a disposizione delle associazioni che ne hanno bisogno». Il Csv infatti ha perso la sua struttura nel terremoto e si è trasferito in affitto in un sottotetto nella periferia estrema della città. Situazione questa molto comune alle onlus della zona che nel 76% dei casi sono “senza tetto” o non sanno quando potranno rientrare nei propri locali. Per questo la Casa del Volontariato sarà costituita da quattro aree. La prima e più importante sarà una palazzina di due piani comprendente una sala riunioni, una sala formazione e gli spazi dove le associazioni troveranno ospitalità per i propri uffici. «Una struttura in cui le organizzazioni di volontariato si trovino sotto un unico tetto permetterà, oltre alla razionalizzazioni dei costi e la ripresa delle attività, la creazione di una rete locale che possa lavorare per una ricostruzione sociale condivisa», puntualizza Pappalepore. Le altre tre strutture saranno invece la nuova sede Csv, una sala convegni comune e una foresteria. Il complesso sorgerà nella zona industriale di Pile, dove il Nucleo Industriale, un consorzio pubblico costituito da Comune, Provincia e Regione, ha destinato un lotto come area polivalente per le realtà sociali prive di strutture. Oltre alla CdV sorgeranno anche le sedi di Cgil, Cnr, Cisl, Lega delle Cooperative e Arci. «Il terreno che ci è stato destinato è di 3.900 metri quadrati di cui 1.400 edificabili. Il costo complessivo preventivato è di un milione di euro per coprire il quale abbiamo, al 29 febbraio scorso, già raccolto 620 mila euro», spiega Roberto Museo, direttore aquilano del Coordinamento nazionale dei Csv, di stanza a Roma ma distaccato due giorni a settimana a L’Aquila per seguire da vicino i progetti.
Tanti i partecipanti che sostengono l’iniziativa. In prima linea, anche nella progettazione, Vita Consulting e Philip Morris Italia.
Ma non è tutto. «Abbiamo attivato, insieme a Caritas, un tavolo per la “ricostruzione sociale” con il Comune. Partecipano anche i sindacati, Arci e Legacoop», spiega Pappalepore. Il passo successivo sarà il coinvolgimento delle nuove leve: «Siamo sempre molto attenti alle novità del territorio, vogliamo far partecipare i 44 comitati, che sono la nuova risorsa generata dall’emergenza». Il tavolo è dotato di un portafoglio proprio grazie ai 32 milioni portati in dote da Caritas e dai 2,5 milioni di Csv. All’ordine del giorno del primo tavolo ci sarà la destinazione dei 12 milioni di euro stanziati dal sottosegretario Carlo Giovanardi e che il sindaco Massimo Cialente vuole usare per il recupero di un palazzo del centro storico che diventerà la Città del Sociale. «È un’idea che non condividiamo. Come si può realizzare una struttura in un posto disabitato mentre oggi abbiamo 19 aree, dove vive realmente la gente, senza strutture e servizi? È lì che servono le risposte», spiega il presidente.
Infine un grande risultato: grazie all’accompagnamento e alla formazione di CsvAq, 16 progetti di onlus aquilane hanno ricevuto finanziamenti per 506mila euro dal Fondo nazionale del volontariato. «Un grande successo per tutti gli operatori Csv», conclude Pappalepore.

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