Persone
Addio a Mimmo Lucà, il militante, l’organizzatore, il politico
L'ex-parlamentare, anima dei Cristiano sociali di Gorrieri e Carniti, scomparso a 71 anni, è sempre stato legatissimo alle Acli, fra i cui giovani aveva mosso i primi passi a Torino. Per le sue capacità organizzative unite allo slancio ideale, fu chiamato a Roma dal presidente Bianchi, come suo vice, guidando a lungo il Patronato. La stagione politica in Parlamento. Il ricordo del presidente aclista Manfredonia
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2025/02/Screenshot-2025-02-14-alle-12.16.17.jpg)
«Mimmo era un militante appassionato e intelligente», comincia così il ricordo di Mimmo Lucà, già parlamentare dei Cristiano sociali, scomparso ieri a 71 anni, da parte del presidente aclista Emiliano Manfredonia.
Le Acli sono state le primissime a ricordare pubblicamente Lucà, giovanissimo aclista nella sua Torino, fino a diventare segretario della Gioventù a livello provinciale e poi nel Comitato nazionale. «Mimmo era prima di tutto un aclista», ha sottolineato Manfredonia, «sempre legato alla causa della promozione degli interessi dei lavoratori e della difesa della democrazia. La sua grinta, sorretta da una profonda fede, ha contribuito a far superare momenti difficili e a rinnovare tanti aspetti in tutto il sistema Acli puntando sul talento e la formazione di ogni lavoratore».
Da Torino a Roma, fra associazione e politica
Una nota ne ricorda l’impegno come «presidente delle Acli di Torino, in una fase segnata dagli ultimi conati terroristici e dalle grandi ristrutturazioni industriali, in particolare alla Fiat». Una dedizione alla causa associativa che indurrà il presidente Giovanni Bianchi a chiamare Lucà a fare parte della presidenza nazionale «assumendo delicate responsabilità, soprattutto nell’ambito del Patronato, giungendo ad essere eletto vicepresidente nazionale delle Acli».
Non trascurabile fu anche l’impegno politico di Lucà: «All’inizio degli anni Novanta a Torino fu fra i promotori di un manifesto di cattolici per il rinnovamento della politica che di fatto aprì la strada alla candidatura a sindaco di Valentino Castellani». Quindi, eletto in Parlamento per il Pds nel 1994, vi rimase per cinque legislature, guidando la Commissione Affari sociali della Camera in quella dal 2006 al 2008. Con Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti, Lucà fu animatore e a lungo coordinatore nazionale del movimento dei Cristiano sociali, nato proprio dall’intuizione dell’ex-ministro democristiano e del sindacalista cislino di creare uno spazio di organizzazione politica dei credenti nella sinistra. E come cristiano sociale fu tra i fondatori del Partito democratico nel 2007.
«Quando il movimento terminò la sua parabola», ricordano alle Acli, «Lucà affermò che, di fatto, se non esisteva più una forza politica chiamata cristiano sociale i principi ed i valori che erano alla base del pensiero e della prassi sociale dei credenti erano comunque patrimonio di tutta la comunità ecclesiale».
Paolo Ricotti rammenta l’impegno col Patronato
«A Mimmo Lucà il nostro ente deve molto», ha aggiunto il presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti, «assunse la sua responsabilità in quei momenti bui, capendo che una organizzazione, per quanto prestigiosa, in sé non ha nessun valore, non può essere difesa in quanto tale, quello che contano sono gli uomini che la compongono, le loro competenze, la loro capacità di essere coinvolti in un progetto, in un obiettivo, che non si può raggiungere solo con un regolo in mano ma assumendosi dei rischi, sufficientemente grandi quanto i problemi da affrontare, e per farlo bisogna offrire a coloro che si coinvolgono, uno sguardo, una panoramica di un futuro sufficientemente lontano ma possibile, non evanescente ma fatto, passo per passo, di obiettivi comprensibili e quindi concreti. La sua morte improvvisa», ha concluso Ricotti, «non ci impedirà di trovare, nei prossimi mesi, il tempo e lo spazio per onorarne il contributo essenziale che ci ha donato, celebrandone e ricordandone l’opera ancora viva e vitale per tutti noi».
Dell’impegno sociale di Lucà ha fatto parte anche il Tribunale dei diritti del malato, che fondò nella città di Torino, coordinandolo fino al 1987.
La foto in apertura è dell’Ufficio stampa Acli.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.