Cultura
Ada. l’enzima ritrovato
Ricerca. Una scoperta allHsr-Tiget, istituto davanguardia nato grazie a Telethon: Sei bambini affetti da Ada-Scid, una rara malattia genetica, sono guariti
Sei bambini affetti da Ada-Scid, una rara malattia genetica, sono guariti. Grazie a una terapia innovativa che ha attirato l?attenzione anche della Food&Drugs americana. Merito di un pool di ricercatori, finanziati dal non profit. Che annuncia altre scoperte in arrivo.
La prima in assoluto è stata una bimba palestinese. Poi una colombiana, un bimbo venezuelano, una dall?Arabia Saudita, una turca e infine un italiano. Sei piccoli accomunati da una sola cosa: un tassello mancante nel dna, un piccolo enzima chiamato Ada. Senza, l?organismo si scompensa e crolla come un castello di carte: non si cresce, non si ingrassa, si acquisisce una pigmentazione scura, si accumulano sostanze tossiche, un qualsiasi virus può significare morte.
Di bambini affetti da questa malattia genetica, l?Ada-Scid (che sta per «immunodeficienza severa, combinata, grave con difetto di adenosin deaminasi»), la professoressa Maria Grazia Roncarolo ne ha visti parecchi, in 20 anni di ricerca. Ma adesso i primi sei li ha definitivamente guariti. Anzi, «ricostituiti attraverso la terapia genica», come dice lei, che dirige uno dei maggiori centri italiani di ricerca sulle malattie ereditarie, l?Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica, insieme al co-direttore Luigi Naldini.
In questo straordinario complesso, nato nel 1995 da una collaborazione tra le due fondazioni, circa 70 persone lavorano nella ricerca di base e 10 nella ricerca clinica, presso l?Unità di immunologia ed ematologia pediatrica dell?ospedale San Raffaele. La Roncarolo, che è scienziata ma anche pediatra, vede entrambe le facce della medaglia: i bambini, con il loro carico di sofferenze e la loro lotta contro il tempo, e il laboratorio, il luogo asettico dove si lavora con i ?mattoni? della vita, le cellule staminali adulte, che vengono selezionate e coltivate per rendere possibile la ?correzione? dei geni malati.
Attualmente, il protocollo per la terapia genica dell?Ada-Scid è pienamente operativo: tre dei bambini curati finora arrivavano dagli Stati Uniti, dove i colleghi americani hanno valutato così positivamente la sua efficacia da chiedere alla Food & Drugs Administration, l?autorità sanitaria governativa, di adottarlo tale e quale.
Ma l?Ada-Scid non è l?unica area terapeutica approfondita all?Istituto San Raffaele-Telethon. «Sempre nell?ambito delle immunodeficienze primarie», spiega la professoressa, «abbiamo fatto un grosso investimento di ricerca su un?altra grave malattia provocata dalla carenza di una proteina chiamata Wasp. Abbiamo iniziato il programma sei anni fa e, se tutto va bene, riusciremo a trattare il primo paziente a gennaio 2007». All?istituto però si lavora anche sulla talassemia, cercando di approntare una terapia genica che, correggendo direttamente le cellule del malato, possa evitare la difficilissima strada del trapianto. La terza e la quarta area terapeutica riguardano invece malattie dai nomi difficilissimi e dalle conseguenze devastanti. Una di queste è la leucodistrofia metacromatica, una malattia lisosomiale genetica che provoca una progressiva degenerazione del sistema nervoso centrale e periferico, fino alla morte. L?altro è il filone delle malattie genetiche autoimmuni: «Anche queste consistono in un difetto del sistema immunitario», dice la Roncarolo, «che invece di essere difettoso nel rispondere ai virus esterni, aggredisce l?organismo stesso».
Tra l?Unità di ricerca clinica che assiste i piccoli pazienti e l?unità di ricerca di base c?è un confronto continuo, supportato dall?attività di due piattaforme tecnologiche: il laboratorio di biologia molecolare dove si coltivano le staminali adulte e si costruiscono i vettori per poter inserire il gene corretto e il laboratorio che studia i meccanismi di rigetto ai transgeni, cioè ai geni terapeutici che vengono introdotti nell?organismo.
«L?anno prossimo ci prefiggiamo di ottenere l?approvazione dal nostro comitato etico e dall?Istituto superiore di sanità per due nuovi protocolli», annuncia la professoressa. «Il primo riguarda l?immunodeficienza da difetto di Wasp e l?altro per la leucodistrofia metacromatica. Se tutto va bene, nel giro di due anni avremo altre due malattie con un protocollo di terapia genica in corso al San Raffaele».
Intanto in questi giorni la bimba palestinese è a Milano per un controllo. «Sembra un?altra», commenta la Roncarolo. «Ai genitori dico sempre: ?Scaliamo insieme una montagna. Quando siamo in cima non ci ricorderemo più di quello che è successo prima. Se riesci a raggiungere l?obiettivo, tutte le sofferenze le dimentichi?. Ma spesso penso a tutti quei genitori che hanno a che fare con altre malattie per cui la vetta è ancora lontana. è per loro che dobbiamo lavorare».
Malattie geniche
Se non ci fosse Telethon…
«Telethon è stato ed è molto prezioso non solo nel sostenere la ricerca di base, ma anche nel finanziare lo studio clinico». Parole di Maria Grazia Roncarolo. Recentemente Telethon ha anche approvato un finanziamento importante per sostenere il laboratorio nella creazione di nuovi vettori per l?uso clinico. Si tratta di una procedura molto costosa e senza queste risorse sarebbe stato difficile portarla avanti: come è noto, purtroppo la terapia genica fatica a ottenere finanziamenti dall’industria.
«Il fatto di occuparci di malattie genetiche relativamente rare, poi, di certo non ci avvantaggia: in questo senso, dunque, le risorse di una fondazione come Telethon sono state fondamentali», conclude la ricercatrice.
Dal 1995, anno di costituzione, ad oggi, l?Hsr-Tiget ha ricevuto da Telethon 9 milioni e mezzo di euro. Tra i ?grandi donatori? che, attraverso Telethon, sostengono l?istituto milanese ci sono Yves Rocher, Tamoil e il Gruppo Fs.
Info: www.telethon.it
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