Economia

Ad Assosolare non piace il decreto

«La norma» dichiara l'associazione di categoria «soddisfa solo una parte del comparto: a rischio i medi e grandi impianti, registro ingestibile»

di Redazione

Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica, ribadisce con forza la propria contrarietà al Quarto Conto Energia licenziato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il nuovo sistema di incentivi per il comparto del fotovoltaico costituisce un attacco alla democrazia nel settore energetico: grazie al terzo conto energia è nata infatti una miriade di singoli piccoli produttori, ossia una pluralità di potenziali concorrenti delle grandi centrali tradizionali, concorrenti potenziali ora a serio rischio di sopravvivenza.

L’energia prodotta dalle piccole centrali fotovoltaiche, sostiene Assosolare, avrebbe potuto ridurre e stabilizzare il prezzo dell’energia, oggi ancora fortemente dipendente dalla variabilità del prezzo delle fonti tradizionali legate anche all’instabilità geopolitica dei Paesi produttori. Non si capisce come si sia deciso di colpire questo settore prima ancora di aver definito una politica energetica italiana e considerando che una giusta strategia di modulazione del mix energetico e di crescita dell’autonomia del Paese in questo senso non può prescindere dal sostegno del comparto fotovoltaico, anche alla luce dei recenti avvenimenti in Giappone e Medio Oriente.

Il Decreto ha sancito la retroattività di fatto del regime degli incentivi, inimmaginabile per un Paese che ha segnato la storia del diritto europeo e che ambisce a restare una tra le maggiori potenze industriali al mondo. Le aziende che avevano investito sulla base di un regime tariffario appena entrato in vigore e di durata triennale si sono trovate a marzo, a soli due mesi di distanza dall’entrata in vigore, a veder disconosciuti quegli stessi diritti a partire dal 1 Giugno. Impianti i cui tempi di realizzazione e connessione, autorizzazione inclusa, possono avere durata pluriennale. Se da un canto il decreto tutela i piccoli impianti, pur disconoscendo anche per questi i diritti acquisiti, l’introduzione del registro risulta farraginosa e di difficile comprensione a tal punto da scoraggiare le imprese con un core business focalizzato sui medi e grandi impianti.

Ancora una volta Assosolare ricorda che il Governo si è mosso ignorando i pareri non solo degli operatori industriali direttamente coinvolti, ma anche della comunità finanziaria, del Parlamento  – all’unanimità coeso sul tema delle rinnovabili come dimostrato dalle mozioni presentate e approvate -, della Comunità Europea e da ultimo delle stesse Regioni.


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