Non profit

Ad armi pari con le imprese

La commissaria europea Emma Bonino prevede notevoli vantaggi per tutti: «È la fine dell’era del sospetto». Giuseppe Tripoli (Unioncamere): «Non ci sarà più spazio per interessi personali [...]»

di Cristina Giudici

Una legge che farà scalpore, se non altro per il suo ritardo epocale. A vent?anni dalla prima risoluzione in cui la Comunità europea aveva segnalato agli Stati membri la necessità di riconoscere i diritti dei consumatori, (i francesi hanno varato una legge apposita nel 1973 e anche la Grecia nel 1994 ha recepito le direttive comunitarie in materia), arriva anche in Italia la normativa per regolamentare la difesa dei consumatori. Oggi entra in vigore la legge quadro sulla difesa dei consumatori, al secolo 281/?98. E per le associazioni che supereranno il difficilissimo esame ed entreranno a far parte del Consiglio nazionale dei consumatori presieduto dal ministro dell?Industria si apriranno nuovi e vasti orizzonti per agire contro le aziende lesive. Forse finirà l?epopea degli esposti in procura e delle intimidazioni tipo «Ti rovino e ti porto in tribunale», per cedere il passo a una più pacifica epoca in cui si farà ricorso a quella che negli Stati Uniti viene comunemente chiamata Adr, Alternative Dispute Resolution, e cioé l?utilizzo della mediazione, uno strumento extragiudiziale che permetterà agli utenti di ottenere giustizia senza costi eccessivi e tempi lunghi ( una causa civile dura in media 10 anni, mentre un arbitrariato 180 giorni) e alle associazioni di vincere delle battaglie nel nome di tutta la collettività e non solo del risarcimento individuale. E mentre le associazioni aspettano con timore l?arrivo dell? arbitro che potrebbe escluderle dal gioco, gli addetti ai lavori usano toni entusiasti. Entusiasta è il Commissario europeo con delega ai diritti umani, pesca e consumi, Emma Bonino, che ha commentato: «D?ora in poi ci saranno notevoli vantaggi per imprese e istituzioni che avranno interlocutori adeguati. Siamo all?inizio di un dialogo fra imprese e diversi interlocutori senza sospetti e preclusioni». Entusiasmo anche da parte della Camera di commercio che secondo la nuova legge diventerà ( in maniera facoltativa) sede di conciliazione e arbitrato per risolvere i dissidi fra consumatori ed aziende. Giuseppe Tripoli, vicegretario dell?Unioncamere esprime infatti la propria soddisfazione: « Si tratta di una normativa intelligente che ha il pregio di riconoscere e valorizzare una realtà già esistente. Il Consiglio nazionale di consumatori ed utenti sostituirà infatti la Consulta che grazie a un decreto ministeriale operava già da quattro anni. Prima, però, nel movimento dei consumatori esisteva una profonda frammentazione di temi ed obbiettivi che si sovraponevano ad interessi personali e politici. Ora invece, se la legge verrà applicata fedelmente ci sarà maggior coerenza di obbiettivi e trasparenza nelle procedure. Attualmente nelle Camere di commercio provinciali il ricorso alle vie extragiudiziali, la conciliazione e l? arbitrato, è già ampiamente praticato. Lo prevede la legge 580 di riforma delle Camere di commercio. Con l?entrata in vigore della legge, la copertura sarà nazionale. I costi delle Camere di commercio sono bassi perché quello che vogliamo è offrire un servizio pubblico e diffondere la cultura , in Italia molto ridotta, della giustizia alternativa, che si risolve fuori dalle aule dei tribuali. Quest?anno, per esempio, abbiamo risolto un centinaio di casi di dissidio fra singoli ed aziende e ci siamo avvalsi del contributo delle associazioni che hanno partecipato alla commissione conciliatrice. In ogni caso», conclude Tripoli, «con la legge ci sarà un cambiamento strutturale: una volta avvenuta la conciliazione, il magistrato competente firmerà il verbale e l?azienda non potrà più tornare sui propri passi perché varrà come un atto esecutivo». Antonio Lubrano, direttore del telegiornale di Tmc e coautore del libro ?Consumario, il dizionario dei consumi, (edizioni Baldini e Castoldi), scritto a quattro mani con Anna Bartolini, avanza qualche timida riserva: «Capisco chi dice che partecipare al Consiglio nazionale presso il ministero dell?Industria possa creare in futuro delle sudditanze, beh staremo a vedere. In ogni caso si tratta di una buona legge che riconosce alle associazioni dei consumatori pareri maggiormente vincolanti rispetto al passato. Il movimento dei consumatori è cresciuto molto in questi anni. È vero, dietro molte sigle non c?è nessuno, se non i soliti sindacati, ma oggi ci sono anche quindici associazioni di consumatori che insieme contano su un milione di iscritti. Il Codacons, per esempio, ha ottenuto la diminuzione del tasso bancario per i mutui al 5% e sono nate esperienze molto significative come il Forum dei consumatori che invece di partorire un ennesimo sindacato ha fatto la scelta intelligente di riunire la ricerca universitaria della Luiss, 200 fra le più grandi aziende italiane interessate a capire le esigenze dei consumatori e le associazioni. Come ho scritto nel mio libro, il consumatore di oggi non è passivo, anzi è un eretico, un infedele che, nonostante le infinite carte di credito proposte da questa o quella azienda, è sempre pronto a ritornare sui propri passi». E allora ben venga la legge che porterà il Bel Paese al passo dei paesi anglosassoni. Ben venga la legge che butti un po? di terra nel divario fra i paesi del Mediterrraneo e del Nord Europa. Se lo augura anche la Commissione europea che con le sue raccomandazioni ha spinto tutti gli Stati membri a recepire la normativa in materia di difesa dei consumatori. Marco de Andreis, membro dello staff di Emma Bonino fa sapere attraverso ?Vita? che è stato messo in circolazione il formulario standard dell?Unione europea per le lamentele.
Permetterà ad ogni consumatore europeo insoddisfatto di ricorrere all?aiuto delle associazioni di ogni paese membro. Il formulario è presente in 11 lingue e si può trovare all?indirizzo Internet http://europa.eu.int/comm/dg24. E allora tutti nell?Europa dei consumi e dei cosumatori, incrociando bene le dita dietro la schiena e senza fare le corna.

Tribunale? No, io concilio

Fuori i litigi dai tribunali. Con questo slogan L?Unioncamera si prepara ad affrontare la normativa sulla difesa dei consumatori. Dalla metà di ottobre, infatti, tutte le Camere di commercio regionali apriranno uno sportello per offrire ai consumatori e alle aziende un servizio di conciliazione ed arbitrato. Oggi ci sono settanta Camere arbitrali che offrono l?assistenza necessaria per raggiungere un compromesso con le controparti. La funzione dell?arbitrato alternativo alla giustizia ordinaria infatti è in vigore dal 1994, ma la legge 281 prevede la facoltà di ricorrere allo strumento delle ?small claims?,(piccoli reclami), anche per le associazioni di consumatori, mentre prima erano solo singoli individui a chiedere aiuto nelle sedi provinciali dell?Unioncamera. Una pratica che negli Stati Uniti e in Nord Europa è già consolidata e che sta prendendo piede anche in Italia. In Piemonte, per esempio, la Camera arbitrale del Piemonte offre la procedura di mediazione Adr, ?Alternative dispute resolution?, per ogni tipo di reclamo sotto i 100 milioni di lire. Il servizio permette di ammortizzare i tempi e costi e di evitare di ricorrere ai tribunali. E poi l?accordo è garantito. Almeno secondo i funzionari delle Camere di commercio che affermano di non aver mai visto nessuno andare via scontento.

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