Leggi e norme
ActionAid: «Ddl calamità deludente, crea forme di disuguaglianze»
Katia Scannavini, co-segretaria generale della organizzazione, fa riferimento alla forte scossa di terremoto registrata ieri a Napoli e dice: «Con questa legge, le persone colpite non avrebbero la garanzia di essere coinvolte nelle scelte per la ricostruzione del loro territorio»
di Redazione

«Èuna legge che delude, che mette le persone colpite in un angolo e che porta al ripetersi di diverse forme di disuguaglianze che abbiamo osservato nei tanti territori colpiti in cui siamo impegnati». Katia Scannavini, co-segretaria generale di ActionAid, è lapidaria nel commentare l’approvazione del disegno di legge quadro sulle ricostruzioni post calamità.
«La notte scorsa, l’ennesima forte scossa nei Campi Flegrei dimostra quanto questa legge sia necessaria per il nostro Paese», riprende Scannavini. «ActionAid denuncia come proprio quelle persone che hanno passato la notte fuori in strada per paura, con questa legge, in caso di forte terremoto, non avrebbero la garanzia di essere coinvolte nelle scelte per la ricostruzione del loro territorio. Esattamente come le persone che a L’Aquila chiedono di essere ascoltate per la ricostruzione delle scuole, che ancora dopo 16 anni non è portata a termine. O come quelle che in Centro Italia, dopo 9 anni, ancora attendono la ricostruzione della propria casa o del borgo in cui abitavano. La ricostruzione non riguarda solo le case: riguarda le persone, le comunità, le loro storie ed il loro futuro. E le case da sole non bastano. Alla fine, anche il nostro Paese avrà una legge per le ricostruzioni per non ripartire da zero ogni volta, lasciando intere popolazioni senza certezze normative e di tempistiche. Ma – ribadisce Scannavini – è una legge che delude».
ActionAid lavora da tempo nelle regioni italiani colpite da disastri; per questo motivo ha dato vita alla campagna Sicuriperdavvero. L’organizzazione si è mobilitata insieme a decine di associazioni e alle numerose comunità colpite dai sismi degli ultimi 50 anni, che insieme ad ActionAid hanno fatto pressione, protestato, presentato proposte e chiesto con forza una legge sulle ricostruzioni, senza sosta, dal 2019 a oggi. In Italia sono oltre sette milioni le persone che vivono in territori fragili, esposti ad un elevato rischio sismico o idrogeologico. «E ad ogni disastro, l’assenza di una normativa unica ha significato ripartire da zero: nuove leggi, nuovi processi, nuove strutture per gestire la ricostruzione», commenta Scannavini. «Un labirinto di incertezze che ha prodotto lentezza, aumento delle disuguaglianze, abbandono e impoverimento dei territori. Intere comunità sono rimaste senza punti di riferimento. Per avere una legge davvero efficace si sarebbero dovute ascoltare le comunità colpite e farle partecipare al processo che ha portato alla sua approvazione. È questo che la campagna chiede dal 2023 al ministro Musumeci, ma la risposta è stata una chiusura totale. Alcune richieste di “Sicuriperdavvero” sulla trasparenza dei fondi sono diventate emendamenti al testo che hanno migliorato il testo dal punto di vista della trasparenza sull’utilizzo dei fondi, con il supporto di forze politiche di opposizione. Allo stesso modo è stato approvato un emendamento che garantisce una quota del 4% dei fondi per la ricostruzione economica e sociale dei territori. ActionAid vigilerà sull’applicazione di questa norma per garantire che in ogni ricostruzione questa quota possa essere realmente destinata anche alle attività sociali, per dare forza ai servizi di welfare territoriale e per il sostegno alle persone in condizione di vulnerabilità. Le risorse dovranno anche sostenere le iniziative di associazioni e comitati locali, che nelle passate ricostruzioni sono stati preziosi – e spesso anche gli unici – per garantire la tenuta e la coesione delle comunità».

ActionAid è intervenuta a supporto della popolazione in tutti i territori colpiti da calamità e terremoti negli ultimi 16 anni: da L’Aquila all’Emilia Romagna, al Centro Italia con il sisma del 2016, dove è tuttora presente e attiva, e nel post alluvione dell’Emilia-Romagna.
«Èuna legge che delude, che mette le persone colpite in un angolo e che porta al ripetersi di diverse forme di disuguaglianze che abbiamo osservato nei tanti territori colpiti in cui siamo impegnati». Katia Scannavini, co-segretaria generale di ActionAid, è lapidaria nel commentare l’approvazione del disegno di legge quadro sulle ricostruzioni post calamità.
«La notte scorsa, l’ennesima forte scossa nei Campi Flegrei dimostra quanto questa legge sia necessaria per il nostro Paese», riprende Scannavini. «ActionAid denuncia come proprio quelle persone che hanno passato la notte fuori in strada per paura, con questa legge, in caso di forte terremoto, non avrebbero la garanzia di essere coinvolte nelle scelte per la ricostruzione del loro territorio. Esattamente come le persone che a L’Aquila chiedono di essere ascoltate per la ricostruzione delle scuole, che ancora dopo 16 anni non è portata a termine. O come quelle che in Centro Italia, dopo 9 anni, ancora attendono la ricostruzione della propria casa o del borgo in cui abitavano. La ricostruzione non riguarda solo le case: riguarda le persone, le comunità, le loro storie ed il loro futuro. E le case da sole non bastano. Alla fine, anche il nostro Paese avrà una legge per le ricostruzioni per non ripartire da zero ogni volta, lasciando intere popolazioni senza certezze normative e di tempistiche. Ma – ribadisce Scannavini – è una legge che delude».
ActionAid lavora da tempo nelle regioni italiani colpite da disastri; per questo motivo ha dato vita alla campagna Sicuriperdavvero. L’organizzazione si è mobilitata insieme a decine di associazioni e alle numerose comunità colpite dai sismi degli ultimi 50 anni, che insieme ad ActionAid hanno fatto pressione, protestato, presentato proposte e chiesto con forza una legge sulle ricostruzioni, senza sosta, dal 2019 a oggi. In Italia sono oltre sette milioni le persone che vivono in territori fragili, esposti ad un elevato rischio sismico o idrogeologico. «E ad ogni disastro, l’assenza di una normativa unica ha significato ripartire da zero: nuove leggi, nuovi processi, nuove strutture per gestire la ricostruzione», commenta Scannavini. «Un labirinto di incertezze che ha prodotto lentezza, aumento delle disuguaglianze, abbandono e impoverimento dei territori. Intere comunità sono rimaste senza punti di riferimento. Per avere una legge davvero efficace si sarebbero dovute ascoltare le comunità colpite e farle partecipare al processo che ha portato alla sua approvazione. È questo che la campagna chiede dal 2023 al ministro Musumeci, ma la risposta è stata una chiusura totale. Alcune richieste di “Sicuriperdavvero” sulla trasparenza dei fondi sono diventate emendamenti al testo che hanno migliorato il testo dal punto di vista della trasparenza sull’utilizzo dei fondi, con il supporto di forze politiche di opposizione. Allo stesso modo è stato approvato un emendamento che garantisce una quota del 4% dei fondi per la ricostruzione economica e sociale dei territori. ActionAid vigilerà sull’applicazione di questa norma per garantire che in ogni ricostruzione questa quota possa essere realmente destinata anche alle attività sociali, per dare forza ai servizi di welfare territoriale e per il sostegno alle persone in condizione di vulnerabilità. Le risorse dovranno anche sostenere le iniziative di associazioni e comitati locali, che nelle passate ricostruzioni sono stati preziosi – e spesso anche gli unici – per garantire la tenuta e la coesione delle comunità».
ActionAid è intervenuta a supporto della popolazione in tutti i territori colpiti da calamità e terremoti negli ultimi 16 anni: da L’Aquila all’Emilia Romagna, al Centro Italia con il sisma del 2016, dove è tuttora presente e attiva, e nel post alluvione dell’Emilia-Romagna.
«È una legge che delude, che mette le persone colpite in un angolo e che porta al ripetersi di diverse forme di disuguaglianze che abbiamo osservato nei tanti territori colpiti in cui siamo impegnati». Katia Scannavini, co-segretaria generale di ActionAid, è lapidaria nel commentare l’approvazione del disegno di legge quadro sulle ricostruzioni post calamità.
«La notte scorsa, l’ennesima forte scossa nei Campi Flegrei dimostra quanto questa legge sia necessaria per il nostro Paese», riprende Scannavini. «ActionAid denuncia come proprio quelle persone che hanno passato la notte fuori in strada per paura, con questa legge, in caso di forte terremoto, non avrebbero la garanzia di essere coinvolte nelle scelte per la ricostruzione del loro territorio. Esattamente come le persone che a L’Aquila chiedono di essere ascoltate per la ricostruzione delle scuole, che ancora dopo 16 anni non è portata a termine. O come quelle che in Centro Italia, dopo 9 anni, ancora attendono la ricostruzione della propria casa o del borgo in cui abitavano. La ricostruzione non riguarda solo le case: riguarda le persone, le comunità, le loro storie ed il loro futuro. E le case da sole non bastano. Alla fine, anche il nostro Paese avrà una legge per le ricostruzioni per non ripartire da zero ogni volta, lasciando intere popolazioni senza certezze normative e di tempistiche. Ma – ribadisce Scannavini – è una legge che delude».
ActionAid lavora da tempo nelle regioni italiani colpite da disastri; per questo motivo ha dato vita alla campagna Sicuriperdavvero. L’organizzazione si è mobilitata insieme a decine di associazioni e alle numerose comunità colpite dai sismi degli ultimi 50 anni, che insieme ad ActionAid hanno fatto pressione, protestato, presentato proposte e chiesto con forza una legge sulle ricostruzioni, senza sosta, dal 2019 a oggi. In Italia sono oltre sette milioni le persone che vivono in territori fragili, esposti ad un elevato rischio sismico o idrogeologico. «E ad ogni disastro, l’assenza di una normativa unica ha significato ripartire da zero: nuove leggi, nuovi processi, nuove strutture per gestire la ricostruzione», commenta Scannavini. «Un labirinto di incertezze che ha prodotto lentezza, aumento delle disuguaglianze, abbandono e impoverimento dei territori. Intere comunità sono rimaste senza punti di riferimento. Per avere una legge davvero efficace si sarebbero dovute ascoltare le comunità colpite e farle partecipare al processo che ha portato alla sua approvazione. È questo che la campagna chiede dal 2023 al ministro Musumeci, ma la risposta è stata una chiusura totale. Alcune richieste di “Sicuriperdavvero” sulla trasparenza dei fondi sono diventate emendamenti al testo che hanno migliorato il testo dal punto di vista della trasparenza sull’utilizzo dei fondi, con il supporto di forze politiche di opposizione. Allo stesso modo è stato approvato un emendamento che garantisce una quota del 4% dei fondi per la ricostruzione economica e sociale dei territori. ActionAid vigilerà sull’applicazione di questa norma per garantire che in ogni ricostruzione questa quota possa essere realmente destinata anche alle attività sociali, per dare forza ai servizi di welfare territoriale e per il sostegno alle persone in condizione di vulnerabilità. Le risorse dovranno anche sostenere le iniziative di associazioni e comitati locali, che nelle passate ricostruzioni sono stati preziosi – e spesso anche gli unici – per garantire la tenuta e la coesione delle comunità».
ActionAid è intervenuta a supporto della popolazione in tutti i territori colpiti da calamità e terremoti negli ultimi 16 anni: da L’Aquila all’Emilia Romagna, al Centro Italia con il sisma del 2016, dove è tuttora presente e attiva, e nel post alluvione dell’Emilia-Romagna.
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