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Acra-Ccs: Acqua e sanitation sono centrali per lo sviluppo dell’Africa
Dopo l'Africa water week, la fondazione italiana traccia la strada da seguire per il futuro a breve termine: "E' un tema al centro del dibattito internazionale, ma ha bisogno dello spazio che merita anche nel definire i nuovi target di sviluppo dal 2015 in poi"
Il 31 maggio 2014 si è conclusa L’Africa Water Week. E l’acqua è, come mai prima, al centro del dibattito internazionale. "E’ tempo infatti di definire gli Obiettivi di Sviluppo post 2015, quelli che negli ambienti internazionali hanno già il nome di Sustainable Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile). Le sessioni di discussione in merito, programmate inseguito alla conferenza RIO+20 e animate dal Open Working Group promosso dalle Nazioni Unite, hanno preso il via nei primi mesi del 2013 e il 16 giugno sono giunti alla dodicesima sessione", spiega Simone Buosi, responsabile della comunicazione della Fondazione Acra-Ccs per il programma Water and Sanitation.
In questo scenario, la Settimana Africana dell’Acqua è stata un momento fondamentale per riaffermare l’importanza dell’acqua nell’agenda post-2015. Insieme ai membri di 50 Stati africani, imprese private di 4 continenti e innumerevoli rappresentanti della società civile, Acra-Ccs ha riconosciuto la centralità dell’acqua e della sanitation come diritto fondamentale per permettere il godimento di tutti i diritti umani, in linea con la dichiarazione ONU 64/292. "Ma solo questo non basta: negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è imperativo un obiettivo specifico sull’acqua e la sanitation. Senza acqua e senza servizi igienici non si può parlare di agricoltura, non si può parlare di industria, non si può parlare di salute" specifica Buosi. “Acqua e sanitation è un tema trasversale, che interessa dalla risoluzione dei conflitti all’igiene personale, ma non per questo merita di essere scomposto e inserito disordinatamente sotto altri obiettivi. Al contrario, merita di avere posto peculiare nell’agenda post-2015, affinché gli Stati, gli Organismi Internazionali e le Società Civili possano prevedere le risorse umane, economiche e finanziarie necessarie per progredire su questo tema".
E’ questo il nocciolo della discussione che, nel giorno del Forum della Società Civile, hanno intavolato i membri attivi di ong africane e non. "Guidati da Anew (African Civil Society Network) e WaterAid, abbiamo redatto un documento indirizzato al Consiglio dei Ministri dell’Acqua africani", racconta Buosi. In questo testo, ben riassunto dalle parole del portavoce di WaterAid, Ross Barnes, si è reclamato “un obiettivo sull’acqua e la sanitation, sostenuto da scopi ambiziosi come cancellare la defecazione ad aria aperta, fornire un accesso basico all’acqua, l’igiene e i servizi sanitari, ridurre della metà la popolazione che vive senza una gestione corretta dell’acqua e ridurre progressivamente le ineguaglianze in termini di accesso”.
L’iniziativa ha trovato eco presso i Ministri dell’Acqua dei 50 Paesi africani presenti, "ma questo non è che una goccia d’acqua potabile in un oceano salato. E’ necessario che ognuno di noi riconosca la centralità dell’acqua e della sanitation e che faccia sentire la propria voce perché le sia riservato lo spazio che si merita nell’agenda #post2015", conclude Buosi.
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