Sostenibilità

Acqua per tutti.Con il risparmio si può.

L’elemento più importante per la nostra vita è a rischio. È tempo di agire(a cura di Gianfranco Bologna)

di Redazione

L?acqua, questo composto di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, costituisce un componente fondamentale del nostro pianeta e della presenza dello straordinario fenomeno vita su di esso. La gran parte della Terra è coperta da acqua: più di un miliardo di km cubi, di cui solo il 2,5% è acqua dolce. I serbatoi di acqua maggiori sul pianeta sono gli oceani, che contengono il 97% di tutta l?acqua sulla Terra. I processi di evaporazione rimuovono ogni anno dagli oceani 425mila chilometri cubi di acqua, di cui solo una parte torna in essi attraverso le precipitazioni, mentre il resto si trasferisce sulle terre emerse come vapore acqueo.
A fronte di queste riserve, il consumo globale di acqua cresce sempre di più. La natura ci invia segnali chiari da questo punto di vista: i livelli delle falde acquifere sono in declino, molti laghi riducono la loro superficie, molte zone umide sono in via di estinzione. La competizione tra cittadini, agricoltori e industrie sulle acque disponibili è sempre più elevata.

Falde troppo sfruttate
L?utilizzo dell?acqua dal 1950 si è più che triplicato. Oggi la nostra specie consuma direttamente oltre 3.300 chilometri cubi di acqua l?anno. Pro capite utilizziamo mediamente 800 metri cubi d?acqua l?anno, il 50% in più rispetto al 1950 (anche se questa media nasconde differenze enormi tra Paesi ricchi e Paesi poveri).
Le risposte alla scarsità d?acqua seguono logiche obsolete che non vanno nella direzione del risparmio, del minor consumo, del ?riciclaggio?, ma solo della realizzazione di faraonici progetti idrici (dighe e deviazioni di fiumi) che provocano devastazioni. A livello mondiale, l?acqua presa dalle falde e dai fiumi per l?utilizzo umano finisce per il 70% ad usi agricoli, per il 20% a usi industriali e per il 10% residenziali.
Molti Paesi del mondo hanno sete: sono almeno 26, abitate da più di 230 milioni di persone, le nazioni in condizioni di scarsità d?acqua, soprattutto in Africa e Medio Oriente. Certamente uno dei gravi problemi legati alla scarsità di acqua è quello relativo al sovrasfruttamento delle falde acquifere. Se teniamo conto del fatto che, mediamente, per produrre una tonnellata di cereali sono necessarie mille tonnellate di acqua, l?utilizzo dell?acqua delle falde equivale a 160 milioni di tonnellate di cereali, equivalenti alla metà della produzione statunitense. Ciò significa che, in termini di consumo, l?alimentazione di 480 milioni di persone sugli oltre sei miliardi attuali, è affidata a un utilizzo insostenibile dell?acqua. Saranno almeno un miliardo gli individui che vivranno in Paesi che avranno scarsità d?acqua nel 2025.

Meno grano, meno grane
Le previsioni relative alla crescita della popolazione dovrebbero condurci a una flessione della superficie agricola coltivata. L?area pro capite coltivata a cereali si è dimezzata già dalla metà del secolo scorso, scendendo da 0,24 a 0,12 ettari. Se per i prossimi 50 anni riuscissimo a mantenere costante l?area coltivata a cereali, la quota pro capite diminuirebbe comunque fino a 0,08 ettari entro il 2050 solo a causa degli effetti demografici. Ormai esistono diverse tecniche in agricoltura mirate a ottimizzare l?utilizzo dell?acqua. Diversi sistemi di irrigazione consentono di erogare l?acqua alle colture con sgocciolatori verticali che si dipartono dal braccio orizzontale.
Ma non è solo colpa dell?agricoltura. La produzione di tutti gli oggetti del nostro consumo richiede un elevato utilizzo di acqua: per produrre un chilo di carta ci vogliono 700 chili di acqua e per una tonnellata di acciaio fino a 280 tonnellate d?acqua.
Generalmente l?attività industriale è responsabile per un quarto del consumo idrico globale; nei Paesi industrializzati può invece costituire dal 50 all?80% del consumo nazionale. Nel campo industriale le potenzialità per un efficace riciclaggio dell?acqua sono elevate e fortunatamente cominciano a essere messe in pratica in diverse situazioni. Il Giappone ha visto un picco nel consumo idrico industriale nel 1973 per poi operare una riduzione del 23% nel 1989. Il tasso di riciclo dell?acqua è cresciuto. Negli Usa, il consumo idrico industriale è sceso del 36% rispetto al 1950, mentre la produzione industriale è aumentata di 3,7 volte.

Regole e sensibilitàL?utilizzo di acqua per soddisfare i fabbisogni di case, uffici e ambienti urbani ?pesa? per un decimo sul consumo idrico globale. Nel 1950 vivevano in città 760 milioni di persone, nel 1998 più di 2,7 miliardi e si calcola che nel 2050 vivranno in città qualcosa come 6,2 miliardi di esseri umani. I sistemi idrici urbani si trovano spesso al collasso e si sta diffondendo l?idea che è necessario ridimensionare la domanda di acqua razionalizzando i servizi invece di sforzarsi di soddisfarla.
Il mix necessario per ottenere un miglioramento dei servizi idrici e un abbattimento del consumo è fatto di incentivi al risparmio e disincentivi all?abuso, regolamentazioni e sensibilizzazione del pubblico. Ciò consente la promozione di tecnologie e comportamenti virtuosi. Certamente è importante che l?acqua abbia un costo che rispecchi il suo costo reale, tenendo conto delle classi meno abbienti.
Il WWF ha attivato, da anni, una campagna mondiale per ottenere la gestione sostenibile dell?acqua dolce, soprattutto proteggendo gli ecosistemi fluviali e lacustri che sono all?origine dell?approvvigionamento idrico e facendo sì che la natura continui il ciclo idrico sul nostro pianeta, base della nostra stessa esistenza.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.