Cultura

Acqua, non più sangue

Reportage Carestia ed epidemie colpiscono una Cambogia che non ha ancora chiuso i conti con il genocidio

di Angelo Ferrari

Il Mekong sfiora Phnom Penh, accarezza le baracche e le ?barche-case? che si sono impossessate della riva, diventando il simbolo della periferia della capitale della Cambogia. Qui si consumano i drammi di chi non ha nulla. È un pullulare di ragazzini che sorridono, si mettono in posa per una foto, regalando all?istantanea tutta la loro nudità e il sorriso di chi non ha smesso di sperare. E la speranza, in Cambogia, stenta a trovare cittadinanza. Il Paese è un crogiolo di malattie: dalla malaria al colera, dall?epatite alla dissenteria. Senza parlare, poi, dell?Aids. La guida della capitale, distribuita in lingua inglese, raccomanda ai visitatori di usare tutte le precauzioni possibili se si vogliono avere rapporti occasionali: la guida dice che in città ci sono oltre 10 mila prostitute ?ufficiali?. Non si capisce cosa voglia dire, forse che sono state censite?
In tutto questo la politica non aiuta. Gli accordi post-elettorali sono fragili e intanto, mentre i politici faticano a trovare una via d?uscita che dia una speranza a un popolo sfiancato da decenni di guerra, in cinque province della Cambogia si fanno i conti con la siccità. Le scorte di riso del ?98 stanno terminando e il raccolto del gennaio ?99, secondo le previsioni, non basterà a sfamare la popolazione. La stagione delle piogge, quest?anno, è stata avara. I contadini hanno combattuto fino all?ultimo, pur di strappare all?aridità della terra un fazzoletto capace di produrre un pugno di riso. Le autorità di Kampong Chhnang hanno chiesto al Cesvi, ong di Bergamo che opera in Cambogia, di far fronte all?emergenza siccità. Il Cesvi ha realizzato, in questa provincia, già 111 pozzi per la captazione dell?acqua pulita e gli ultimi stanno per essere ultimati. «Avete già realizzato i pozzi», dice il governatore, «ora aiutateci a far fronte alla siccità». Non c?è molto da fare se non distribuire riso nelle zone più colpite. Di questo però si occuperà il Programma alimentare mondiale.
Il riso è la più importante risorsa, l?unica, per questa povera gente. Non piove e non vi è nessun sistema idrico capace di sostituire quello naturale. Ci vorrebbero pompe idrauliche che prelevino l?acqua da fiumi e laghi. Ma sono costose. Nella provincia di Kampong Chhnang, a nord di Phnom Penh, ci sono 545 villaggi, 300 dei quali sono già in piena emergenza.
Dalla siccità alle malattie. Quest?anno si è scatenata con maggiore virulenza la febbre emorragica Dengue. Una micidiale zanzara è il vettore tra uomo e uomo del virus. Le persone a rischio sono passate da 1,5 a 7 milioni su poco più di 11 milioni di cambogiani.«C?è stata un?esplosione tremenda», sottolinea Stefan Hoyer, responsabile per il controllo della malaria dell?Oms in Cambogia. «L?epidemia si sviluppa ogni tre anni. I più colpiti sono i bambini, e tra i 4-9 anni di età la malattia diventa mortale. Non solo, è una patologia che richiede un livello di attenzione medica elevata». Le zone più colpite sono quelle ad alta concentrazione urbana, proprio perché il raggio di azione della zanzara tigre non è superiore ai 50 metri. L?Oms, per far fronte all?emergenza, ha stanziato 560 mila dollari, cifra tuttavia non sufficiente a fronteggiare la malattia. Ma non è solo questione di soldi.
«Il grosso del lavoro», ci dice Gianpasquale Polloni, ?Papo?, che ha curato per il Cesvi questo progetto di emergenza e che ora lavora per l?Oms Cambogia, «è anche una corretta informazione. Occorre spiegare come devono essere utilizzate le sostanze che noi distribuiamo. È capitato, e capita tuttora, che L?Abate (una sostanze che uccide le larve delle zanzare che proliferano in acqua – ndr) venga presa come un veleno e buttata via. Questo crea notevoli problemi. Devi scontrarti con credenze antiche. È lo spirito cattivo che porta malaria, Dengue e colera, e non, magari, situazioni igieniche inadeguate. Il nostro lavoro, dunque, è anche di informare la popolazione. Poi occorre che chi va nei villaggi a fare le operazioni di disinfestazione sia preparato e non solo dal punto di vista tecnico. Abbiamo trovato anche la collaborazione di radio e tv: il governo, in questo, ci ha dato una mano. Lo sforzo è enorme: per ogni città dove vi è una operazione vengono mobilitate 30 persone».
Contributi si possono versare sul ccp 324244 intestato a Cesvi, via Pignolo 50, 24121 Bergamo, causale ?Stop Dengue?.

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