Sostenibilità

Acqua: Genova privatizza le dighe, e i genovesi pagano

Il Comune di Genova, dopo l’approvazione della delibera che nei fatti privatizzava gli invasi genovesi, delibera un aumento del 10% sulle tariffe dell’acqua potabile.

di Redazione

Non sono neanche passati quattro mesi dalla conclusione del Forum Alternativo dell?Acqua di Firenze che il Comune di Genova, dopo l?approvazione della delibera che nei fatti privatizzava gli invasi genovesi, delibera (all?interno dell?Ambito Territoriale Ottimale) un aumento del 10% sulle tariffe dell?acqua potabile. E tutto questo per far fronte al rischio siccità disincentivando i consumi? Neanche per sogno. L?obiettivo è, come dice l?assessore Seggi ?costruire opere fognarie?: insomma interventi ed investimenti sulla gestione e la distribuzione di un bene comune come l?acqua saranno pagati direttamente dalla tasca dei contribuenti. ?Come volevasi dimostrare? sottolinea Deborah Lucchetti, referente della Campagna sul Wto ?Questo Mondo non è in Vendita?, ?anche a Genova come in altri paesi del mondo quando beni pubblici come l?acqua potabile vengono riorganizzati nei termini delle logiche di mercato le conseguenze sono queste: chi ci rimette sono i cittadini?. Un aumento previsto e già denunciato dalla Campagna Questo Mondo non è In Vendita durante le iniziative di contrasto alla vendita delle dighe e che ha portato il Comune di Genova ad addolcire le sue posizioni approvando una serie di ordini del giorno che trattavano, tra l?altro, dell?adesione della città di Genova al Contratto Mondiale dell?Acqua. ?Assolutamente inutili e fuorvianti? continua Lucchetti, ?che creano ancor più distanza tra la città e i suoi amministratori che gettano fumo negli occhi partecipando al Forum di Porto Alegre e poi perseguendo politiche assolutamente contraddittorie sul territorio?. Lo stesso Riccardo Petrella, presidente del Contratto Mondiale per l?Acqua (a cui aderiscono movimenti e istituzioni pubbliche) si era detto pronto a rifiutare la richiesta di adesione del Comune di Genova ?siamo pronti a rispedire al mittente adesioni e buoni propositi: vogliamo fatti e coerenza, perché il futuro è nei nostri progetti?.


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