Cultura

Acqua: due dossier del WWF

Dossier sull'Acqua di cui poubblichiamo l'introduzione scaricabili, allegati al presente articolo

di Redazione

Ritenere l?acqua una risorsa naturale illimitata, facilmente reperibile e a libera fruizione è una concezione che la realtà dei fatti ci invita ad abbandonare, guardando con serietà ai problemi che oggi l?approvvigionamento di tale risorsa pone in modo drammatico.

Da sempre ritenuta ?res nullius? non suscettibile di divenire oggetto di particolari piani di gestione o di bilanci economici nazionali, l?acqua, in Italia, non è mai stata considerata bene economico in quanto, come tali, vengono definiti solo i beni reperibili in quantità limitata. L?Italia è ricca di acqua: tanto per accennare un primo dato, in Italia cade annualmente più acqua che in Germania o in Francia .

La presenza di fiumi, laghi, ghiacciai, falde acquifere e sorgenti, più o meno abbondante nelle varie regioni, va a formare una riserva di risorse offerte gratuitamente dalla natura ad uso (spesso abuso) e consumo dell?uomo con il solo onere del prelievo e della derivazione.

La disponibilità teorica annua delle risorse idriche rinnovabili è di 164 miliardi di metri cubi, che si sostanziano in 2700 metri cubi pro capite, articolati in modo differente a seconda delle disponibilità locali. Se poi si passa a valutare le risorse utilizzabili, quindi la disponibilità pratica, si scende fino a 52 miliardi di metri cubi a causa della natura irregolare dei deflussi, alle difficoltà di captazione e quindi di utilizzo, e allo stato delle infrastrutture che costituiscono la rete idrica.

L?assenza, di un? organica ?politica dell?acqua? incentrata su programmi di ricerca, di investimento e su continui monitoraggi, ha impedito una reale valutazione della potenzialità idrica del nostro paese, sia in termini di consistenza effettiva e non solo teorica delle risorse, sia mirata a censire le strutture idriche per rilevarne le condizioni ed eventuali inadeguatezze, tanto che oggi i dati in materia sono ancora incerti e frammentari. Un recente documento dell?Istituto di ricerca sulle acque del CNR, afferma come ?la conoscenza in materia è lacunosa e poco aggiornata? tanto che si ha una visione più veritiera sulla qualità delle acque piuttosto che sulla quantità, disponibilità, sfruttamento e reale fabbisogno. A causa delle lacune conoscitive riscontrabili in materia, risulta spesso difficile anche un?attività di bilancio volta a valutare i progressi (o i regressi) seguiti alle riforme del settore?.

Per altre informazioni: www.wwf.it

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