Sostenibilità

Acqua, a Brescia vince il sì al referendum: cittadini chiedono gestione integralmente pubblica

L'esito dell'importante referendum provinciale che si è tenuto ieri in provincia di Brescia può essere l'apripista per una legge nazionale finalmente priva di ambiguità. I Comitati per l'acqua ribadiscono: "sia bene comune, non business"

di Redazione

Il sì ha stravinto con oltre il 96% l’affluenza ha superato il 22,3% nonostante il silenzio, di enti locali e media. Sono stati 216mila i bresciani, tra città e provincia, che hanno espresso la loro volontà su 970mila aventi diritto. I cittadini dovevano decidere se mettere a gara il 49% di Acque Bresciane, la società che gestisce il servizio idrico. Si vota è votato domenica 18 novembre dalle 8 alle 22 ed era un referendum consultivo, quindi senza quorum e soprattutto senza esito immediato.

Per il 96,64% dei bresciani la gestione dell'acqua deve essere esclusivamente e integralmente pubblica.

I cittadini hanno dato una risposta netta: la multiutility che gestisce il bene comune non può aprirsi ai profitti privati. Deve, anzi, reinvestire i propri proventi nell'allenamento della rete e nel miglioramento dei servizi, senza più lanciarsi in bizzarre operazioni (leggi: centrali in Montenegro) o servire da cassa di compensazione.

L'acqua è bene comune. Il referendum di ieri conferma quanto già era apparso chiaro nel referendum nazionale del 2011 e fa da apripista per una legislazione nazionale finalmente priva di ambiguità.

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