Cultura
Acnur: chi sarà il prossimo Commissario per i rifugiati?
Tra gli otto candidati attualmente audizionati all'Onu per succedere a Lubbers, tre i favoriti: Guterres, Morjane e la nostra Bonino
Sono iniziati il 18 aprile scorso le audizioni degli otto candidati preselezionati per la conquista della poltrona dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur). Entro pochissimi giorni, Mark Malloch Brown, direttore di gabinetto di Kofi Anna a capo del panel di esperti che esamina i candidati, sottoporrà al Segretario generale dell’Onu una lista ristretta (chiamata “short list”) di tre nomi. In seguito, Annan e la sua vice Louise Fréchette metteranno sotto torchio i finalisti, per poi concertarsi con i Paesi donatori, prima di di rendere una decisione prevista per fine aprile o inizio maggio. Per essere definitivamente avvalorata, la scelta di Annan dovrà essere convalidata dall’Assemblea generale dell’Onu. Finora, ogni decisione fatta dal Segretario generale è stata sempre approvata dall’Assemblea generale.
La poltrona dell’Alto commissariato per i rifugiati è vacante dal 20 febbraio, giorno in cui Ruud Lubbers, ex premier olandese è stato costretto a rassegnare le sue dimissioni con l’accusa di molestie sessuali. Con un budget annuale pari a un miliardo di dollari, l’Acnur impiega oltre 6 500 persone chiamate a prendersi cartico di oltre 17 milioni di rifugiati. Tradizione vuole che il Commissario eletto sia un rappresentante di altissimo profilo proveniente dai Paesi donatori.
Quest’anno tuttavia, i giochi sembrano più aperti. Almeno sulla carta. Perché nei corridoi, circolano voci insistenti che danno per super favoriti il portoghese Antonio Guterres, il tunisino Kamel Morjane e la nostra Emma Bonino. Gli altri candidati sembrano fuorigioco. A cominciare dall’ultramediatico Bernard Kouchner, cofondatore di Medici Senza Frontiere e ex rappresentante speciale dell’Onu in Kosovo. Secondo gli osservatori, il francese polarizza troppo, in particolare i PAesi del Sud del mondo. Ma soprattutto lo ostacola la candidatura (fortissima) del suo connazionale Pascal Lamy per la direzione generale dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto). Altro pretendente è il danese Soren Jessen-Petersen, ex Acnur e attuale rappresentante speciale dell’Onu in Kosovo. Ma a fregarlo è (paradossalmente) l’eccellente lavoro che secondo l’establishment Onu sta svolgendo nei Balcani.
La Bonino, ex commissario europeo è secondo gli esperti avantaggiata dal fatto di avere un’enorme esperienza internazionale. Tuttavia, il suo temperamento costituisce secondo alcuni esperti un ostacolo. Non a caso, Guterres e Morjane stanno raccogliendo i favori dei pronostici.
Il portoghese è un neofita in ambito Onu, ma è un ex premier europeo che ora presiede l’Internazionale socialista. Il tunisino Morjane è uno specialista dell’umanitario. Funzionario internazionale, è il numero tre nella gerarchia dell’Acnur, organismo nel quale è entrato a far parte nel 1977. Finissimo diplomatico, è stato rappresentante del segretario genrale delle Nazioni Unite in Repubblica democratica del Congo tra il ’99 e il 2001. Sempre in Rdc, ha diretto la Missione Onu (Monuc). Nel maggio 2003, è stato battuto sul filo di lana da Sergio Vieira de Mello per rappresentare l’Onu in Iraq (de Mello verrà poi ucciso nell’agosto dello stesso anno). Per la sua esperienza (e non solo), Morjane ha il sostegno dei Paesi africani, arabi e anche della Svizzera, terzo finanziatore per ordine di importanza dell’Acnur e Paese ospite della sede di questo prestigioso organismo internazionale.
La sua nomina costituirebbe un caso senza precedenti, nonché un forte gesto politico nei confronti del Sud del mondo. Nei corridoi dell’Acnur, si dice che gli Stati Uniti non sarebbero insensibili ai favori che Morjane riscontra tra i Paesi arabi e islamici.
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