Volontariato

Acli: sulle pensioni piccoli passi avanti

«Ma una verac riforma delle pensioni va necessariamente inquadrata in una riforma globale del welfare»

di Gabriella Meroni

Piccoli passi avanti, ma la logica del “fare cassa” con le pensioni porta a ridurre la spesa sociale. E’ questo il primo giudizio delle Acli sulla nuova proposta di “riforma” delle pensioni avanzata dall’Esecutivo alle parti sociali. “Non si puo’ chiedere il consenso per tagliare la spesa previdenziale – afferma il presidente Luigi Bobba – senza dare la minima disponibilita’ a reinvestire i risparmi in nuove politiche sociali e familiari. Lo scopo di una riforma della previdenza non puo’ essere “fare cassa”, ma reinvestire i risparmi che si ottengono in nuove forme di tutela per i lavoratori flessibili e in politiche amichevoli per la famiglia”. Le Acli ribadiscono, inoltre, che una riforma delle pensioni va necessariamente inquadrata in una riforma globale del welfare. Altrimenti si fanno solo aggiustamenti, spesso poco efficaci. Per di piu’, troppe questioni riguardanti la previdenza rimangono fuori dalla proposta dell’Esecutivo: una fra tutte, la condizione dei lavoratori precari ed atipici, che oggi sono praticamente privi di una copertura previdenziale. Rispetto al merito della proposta del Governo, le Acli ribadiscono il giudizio positivo sulla decisione di abbandonare la decontribuzione per i neoassunti e di introdurre il meccanismo del silenzio-assenso per la destinazione del Tfr a forme di previdenza integrativa. Ritengono invece contraddittoria l’introduzione della “quota 95” a partire dal 2008 associata al vincolo di poter andare in pensione solo a 60 anni. Spiega il presidente Bobba: “Noi stessi avevamo presentato la proposta di “quota 95″, mantenendo pero’ la possibilita’ di accedere alla pensione di anzianita’ a 57 anni, e considerandola una quota da raggiungere gradualmente. Il Governo, invece, la presenta come punto di partenza per spingersi ancora oltre, con un accesso rigido alla pensione a 60 anni di eta’”. “Non resta che riaprire un dialogo e una concertazione vera con le parti sociali – conclude il presidente delle Acli – sapendo che una buona riforma non puo’ essere fatta in fretta e senza il consenso delle organizzazioni sindacali”.


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