Non profit
Acli: “Riaprire un tavolo vero su welfare e pensioni”
Dal Consiglio nazionale delle Acli proposte concrete su pensioni e finanziaria. Il presidente Bobba: «Il governo riconvochi le parti sociali. I sindacati presentino una piattaforma sul welfare»
di Acli
«Dopo il successo della mobilitazione generale del 24 ottobre, è evidente quello che dovrebbe fare un Governo democratico: riconvocare le parti sociali prima della stesura del testo di delega per la riforma del sistema previdenziale. Il Paese ha fatto capire con chiarezza che non si può continuare a procedere per strappi e colpi d?ascia. Chiediamo che si riparta da un segnale di disponibilità, per arrivare ad una linea quanto più ampiamente possibile condivisa». Questa la posizione del presidente Luigi Bobba, in occasione dei lavori del Consiglio nazionale delle Acli, tenutosi a Roma.
L?abolizione di fatto delle pensioni di anzianità con il prolungamento dell?attività lavorativa, non è misura che può garantire, da sola, una pensione decorosa alle giovani generazioni. I più penalizzati (sul calcolo e sui tempi per l?accesso alla pensione) saranno i lavoratori flessibili che hanno avuto carriere precarie. In assenza di un intervento di sistema per lo sviluppo sociale e per la protezione dei più deboli, la decisione del governo appare per quello che è: un semplice taglio netto alla spesa sociale.
Ma le Acli, riunite a Roma in Consiglio nazionale, non dicono solo dei NO. Dicono anche dei SI e presentano una proposta per una riforma equa del sistema previdenziale che si articola in 8 linee guida: separazione tra previdenza ed assistenza; allargamento della base imponibile attraverso politiche di inclusione e lotta al lavoro sommerso; calcolo contributivo pro-rata per tutti; mantenimento della flessibilità dell?età di accesso al pensionamento; coperture assicurative obbligatorie per i periodi scoperti dei lavoratori intermittenti; abbandono della decontribuzione per i neo-assunti; diritto alla pensione di anzianità anticipata per i lavori usuranti; sviluppo della previdenza complementare con garanzie di salvaguardia del capitale investito nel caso di coinvolgimento del Tfr.
La decisione sulle pensioni è il colpo di grazia allo stato sociale già ridotto all?agonia con la Finanziaria: tra una tantum, interventi spot, condoni, le uniche misure che sembrano certe sono la riduzione di circa 310 milioni di euro del fondo per le politiche sociali, il taglio del 15% delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, il risparmio sulle pensioni di invalidità.
Anche sulla finanziaria le Acli avanzano proposte realistiche e praticabili pur in un momento di risorse scarse:
· Invece dell?assegno una tantum per il secondo figlio, aumentare l?assegno al nucleo familiare, soprattutto per le famiglie monoreddito e quelle in stato di povertà.
· Invece dell?attuale detrazione del 19% delle spese veterinarie, investire 100 milioni di euro per l?esigibilità dei diritti di formazione permanente e continua.
· Invece di destinare 100 milioni di euro per facilitare l?acquisto del decoder, destinare la stessa somma per l?acquisto di attrezzature per l?utilizzo di energie pulite e rinnovabili (pannelli solari, torri eoliche..etc..).
· Invece della de-tax, prevedere la deducibilità delle donazioni effettuate dal cittadino verso le organizzazioni non profit, fino al 10% del reddito imponibile.
· Invece di tagliare il 15% dei fondi della cooperazione allo sviluppo, incrementare dallo 0,19 allo 0,23 del Pil le risorse per l?aiuto ai Paesi poveri: una risposta concreta anche alle tragedie delle ?carrette del mare?.
Davanti alla palese assenza di un disegno del Governo per il futuro del Paese, le organizzazioni sindacali raccolgano la domanda espressa dai cittadini nell?adesione allo sciopero generale e tornino ad assumere una posizione centrale, presentandosi con la forza di una piattaforma sul welfare, capace di affrontare i problemi in modo integrale e rispondere efficacemente ai bisogni dei lavoratori più deboli, dei cittadini più esclusi e delle famiglie.
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