Economia
Acli: le famiglie chiedono più servizi sociali
Iindagine Iref in collaborazione con Eurisko, su un campione di 1500 famiglie italiane, che verrà presentato a Padova il 3 maggio nell'ambito di Civitas
di Redazione
Le famiglie italiane esprimono una domanda, finora rimasta insoddisfatta, di mercato sociale che vada incontro alle mutate necessità di conciliazione dei tempi del lavoro e della cura degli affetti e della casa. Una domanda potenziale di servizi sociali senza risposte o alla quale le politiche sociali per la famiglia danno risposte insufficienti: 19,5% delle famiglie con figli in età pre-adolescenziale (poco meno di un quinto del totale) afferma che sarebbe disposto ad acquistare prestazioni assistenziali per i propri figli, ma che non lo fa in quanto il mercato sociale non risponde alle sue esigenze. Tra i nuclei con ultrasettantasettenni a carico, si rileva un’esigenza di servizi pressoché analoga (17,2%). La rete parentale continua ad essere privilegiata nel soddisfacimento di tali bisogni: l’8,2% non usa i servizi perché troppo lontani da casa, troppo costosi (6,4%) o incompatibili con i propri orari di lavoro e gli impegni familiari (5,5%). E’ quanto emerge dall’indagine Iref (Istituto di ricerca delle Acli), in collaborazione con Eurisco, su un campione di 1500 famiglie italiane, che verrà presentato a Padova il 3 maggio nell’ambito di ‘Civitas’, la mostra convegno della solidarietà e dell’economia sociale in programma alla Fiera di Padova fino al 5 maggio. Al seminario interverrano, tra gli altri, il presidente delle Acli Luigi Bobba e il sottosegretario al Welfare Maria Grazia Sestini. La ricerca esplora l’atteggiamento delle famiglie italiane di fronte ai cambiamenti in atto nel nostro paese, e la reazione a temi quali la flessibilità del lavoro, la riforma dello stato sociale, le modifiche nella struttura della famiglia stessi, i ‘rischi’ maggiormente percepiti (criminalità, perdita dei diritti previdenziali, instabilità del lavoro) e le ‘strategie’ che le famiglie adottano per affrontarli; come vanno ripensate le politiche sociali a favore della famiglia nel nostro paese scarse se non inesistenti -denunciano le Acli- in base alle esigenze da questa espresse.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.