Non profit
Acli: “Immigrati, non speculare sulla vita delle persone”
Le Acli ribadiscono la propria posizione sulla questione del voto agli immigrati: "Chi ha responsabilità istituzionali le eserciti per favorire diritti ed inclusione sociale"
di Acli
Le Acli sono tra le associazioni che hanno sostenuto la legittimità e l?opportunità del diritto di voto degli immigrati alle elezioni amministrative, fin da quando era in atto il dibattito che ha accompagnato l?approvazione della ?vecchia? legge Turco?Napolitano. Hanno dunque salutato con stupito favore l?uscita dell?on. Fini.
Il favore deriva dall?ovvia condivisione di questo diritto.
Lo stupore viene dal vedere che, a proporre oggi il diritto di voto per gli immigrati, è la stessa persona, responsabile di una delle forze politiche che hanno ispirato ed approvato una legge che nega altri diritti civili e sociali ancor più vitali per gli stessi cittadini stranieri provenienti da paesi extraeuropei e regolarmente presenti nel nostro Paese.
Ben venga, dunque, il diritto di voto e la proposta di Fini, ma le Acli chiedono che questo governo dica dove sono e con quali fondi sono sostenute non solo le giuste e necessarie misure di contrasto all?immigrazione clandestina, ma anche le politiche del lavoro e dell?alloggio per gli immigrati, le politiche per un concreto riconoscimento ai ricongiungimenti familiari; dove sono gli insegnanti di sostegno che dovrebbero aiutare i figli degli immigrati, moltissimi nati in Italia, ad accelerare i loro percorsi di inclusione sociale.
Le Acli chiedono al ministro degli Esteri che si impegni prioritariamente non solo ad invocare una politica europea che privilegi operazioni di controllo alle frontiere, ma anche ad ampliare accordi bilaterali che incoraggino ingressi regolari, programmi di formazione nei paesi di provenienza (pure previsti dalla legge in vigore), incentivi – e non tagli! – ai programmi di cooperazione internazionale che possano creare o rafforzare legami tra paesi, popoli, istituzioni e comunità locali, società civile.
Nel ?Manifesto per il welfare?, che le Acli hanno promosso, queste proposte sono state già avanzate. Allo stesso modo stanno operando concretamente e in modo capillare sul territorio, perché la solidarietà e l?accoglienza si trasformino in diritti sociali, in nuovi progetti di vita personale e comunitaria. Lo stanno facendo all?insegna della responsabilità e della condivisione, in quanto associazione di promozione sociale che intende affermare pratiche di solidarietà globale con uomini e donne migranti o nativi.
Le Acli chiedono che almeno altrettanta responsabilità sia esercitata da chi ha il compito istituzionale per farlo. Chiedono, soprattutto, che sulla vita dei migranti e sulla loro povertà non si speculi e non si faccia demagogia guardando agli equilibri di governo!
Se davvero si vuole proseguire sulla strada della socializzazione dei diritti, la nostra disponibilità sarà totale e costruttiva.
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