Cultura
Acli. Il Papa: “Difendete la dignità del lavoro”
Il Pontefice si rivolge così ai 10 mila lavoratori delle Acli: "La globalizzazione impone ogni sforzo in nome della giustizia sociale"
Un invito a tutti i lavoratori cattolici. Affinché difendano “i valori di una sana democrazia” e si facciano promotori di ”una coalizione globale a favore del lavoro dignitoso” che consenta ”effettive opportunità di lavoro”, adeguatamente retribuito e che non entri in conflitto “con l’equilibrio personale e familiare”.
Con questa esortazione il Papa si rivolge alle Acli, a quelle che chiama, le nuove ”api operaie” se oseranno fare ”proposte concrete” che possano attuare la dottrina sociale della Chiesa ed elaborare nuove politiche sociali, per la famiglia e il lavoro, con ”un’apertura europea e mondiale” e una presenza incisiva sul processo ”costituente” dell’Unione europea.
Ad ascoltare il Pontefice, una platea di circa 10.000 partecipanti delle Associazioni cristiane lavoratori italiani ricevuti stamattina in udienza in Vaticano, al termine della loro Conferenza programmatica. “Servono – ha detto il Papa – politiche sociali a misura di famiglia, politiche della formazione e del lavoro orientate a conciliare tempo di lavoro e tempo per la cura della famiglia”.
“Studiate la dottrina sociale – li ha esortati Giovanni Paolo II – annunciatela in tutta la sua interezza, osate proposte concrete che dicano con evidente immediatezza la centralità della persona umana. Fate fruttificare questa eredità preziosa, attualizzando la vostra tradizionale fedeltà alla Chiesa, ai lavoratori, ai valori di una sana democrazia. Siate sempre determinati nell’impegno di difendere l’uomo, la sua dignità, i suoi diritti, la sua dimensione trascendente”. Questo significa operare concretamente per costruire ”una società del lavoro libero, dell’impresa e della partecipazione” dando sostanza a nuove e condivise prospettive di autentico sviluppo”.
Il Papa pensa al processo ”costituente” dell’Unione europea e all’allargamento a est per un un continente ”allargato dall’Atalantico agli Urali”. Ed esorta le Acli a ”seguire creativamente” tali processi, ”dando voce all’ispirazione cristiana e alle ragioni delle libere formazioni sociali”, ad allargare ”i confini della vostra azione sociale, in relazione ai nuovi fenomeni dell’immigrazione e della mondializzazione”.
La ”globalizzazione”, ”nome nuovo della questione sociale, impone di fare ogni sforzo per far convergere le forze in campo verso un autentico spirito di fraternità”. ”Lo stretto legame – dice il Pontefice – tra la dimensione locale e quella globale richiede, in particolare ai Paesi più favoriti, più esigenti forme di responsabilità nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. Tale responsabilità si dovrà manifestare ormai con urgenza anche nei confronti delle risorse della terra e della salvaguardia del creato. Sta anche in questo il senso profondo dell’invito, più volte ripetuto, a ‘globalizzare la solidarietà”.
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