Famiglia

Acli: ecco i temi dell’incontro di Orvieto

L'associazione a raccolta per discutere di democrazia e rappresentanza

di Gabriella Meroni

Ci sarà ancora spazio per la democrazia in uno scenario postglobal? A partire da questa domanda le Acli, durante il loro annuale Convegno di studi di Orvieto, si interrogheranno sulle nuove sfide che si pongono di fronte alla partecipazione alla vita politica della società civile. Sono molti gli indicatori che mostrano le difficoltà della democrazia: si parla di crisi della rappresentanza, di assuefazione al voto, di scarsa partecipazione, di leadership mediatica, di pressioni lobbystiche? Chi più ne ha, più ne metta. Il problema ha radici profonde e riguarda una crisi che tocca le istituzioni nei loro rapporti con i cittadini e le comunità locali, mettendo così in discussione il loro ruolo di garanti della democrazia e della partecipazione democratica. Il primo a salire sul banco degli imputati è lo Stato-Nazione. Ci sono alcune questioni che richiedono politiche sovranazionali, perché contemporaneamente superano i confini territoriali dei loro paesi ed incidono direttamente sulla vita dei cittadini: ci sono i rischi globali; emergono nuove famiglie di diritti, accanto a quelli politici e civili e a quelli economici e sociali, si affacciano i diritti di terza generazione come la pace, lo sviluppo sostenibile, l’ambiente; allo stesso tempo sta nascendo una società civile globale. Nello scenario odierno lo Stato-Nazione non è finito, ma non basta più. Alcune trasformazioni sono già in atto. Punti di crisi, nuove problematiche, nuove esigenze e nuove risorse caratterizzano la dimensione cosmopolita della democrazia del nostro tempo. Nel postglobal al mercato globale si dovrà accompagnare una nuova politica globale. Infatti si assiste ad una trasformazione del fenomeno della gobalizzazione, che assume le caratteristiche di un arcipelago. C’è un processo di regionalizzazione della globalizzazione, che delinea tre aree macroeconomiche con caratteristiche proprie: l’Unione Europea, il Nafta (Stati Uniti, Canada e Messico), l’area asiatica (Cina, India, Giappone e i Paesi dell’Asean). All’interno di queste nuove dinamiche il Convegno inserisce la riflessione sulla democrazia. Ne vuole riscoprire il senso, iniziando dall’impegno per una governance globale che riesca a rappresentare l’unità della famiglia umana. Due tasselli ne sottolineano il carattere centrale e le Acli vogliono metterli a tema. Da una parte c’è la politica di interdipendenza, che innanzitutto richiama l’Unione europea, l’Onu e le istituzioni internazionali alle loro responsabilità. Dall’altra parte c’è la necessità di costruire dei ponti di dialogo che valorizzino le diversità, in una società caratterizzata da profonda incertezza, nella quale si è chiamati ad affrontare gravi questioni come le minacce del terrorismo internazionale o le ingiustizie dello squilibrio economico tra il Nord ed il Sud del mondo. Così postglobal, pace, interdipendenza diventano i tratti caratteristici nuovi per vivere la democrazia nel Terzo millennio. All’interno di queste coordinate le Acli discuteranno tre sfide da affrontare, tre campi di impegno: le religioni, i generi e le generazioni. Le tre questioni sono unite dal rapporto tra libertà e eguaglianza che fonda la democrazia. Questa rimane incompiuta senza la possibilità di esprimere le proprie diversità e allo stesso tempo le proprie potenzialità. Nella sfida dei generi le Acli si chiederanno a che punto è il cammino per arrivare alle pari opportunità. È stimolante e provocatorio il concetto di ?donne mancanti?, elaborato da Amarthya Sen. Il premio Nobel per l’economia si chiede e riesce a stimare attraverso questo indicatore quante donne esisterebbero in più nel mondo se non fossero discriminate: 100 milioni. Invece la democrazia nel Terzo Millennio ha bisogno di essere riqualificata e valorizzata da entrambe le ?metà del cielo?. L’Italia e l’Europa hanno lanciato forti segnali in questo senso. La recente legge costituzionale (1/2003) varata nel nostro paese promuove «pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive». Lo stesso Ciampi, durante il suo discorso per la Festa della donna l’8 marzo 2003, ha affermato che è stata una scelta importante. In questo modo, sostiene il nostro presidente della Repubblica, «saranno garantite pari opportunità e verrà riconosciuto l’effettivo accesso delle donne alla vita politica e sociale della nazione». Un altro segnale forte proviene dalla Spagna dove il neo primo ministro Zapatero ha assegnato la metà dei dicasteri a ministri donne. La seconda sfida si interroga sull’equilibrio tra la democrazia e la libertà, entrando nel campo del pluralismo religioso e della laicità dello stato. Sono due i pericoli potenziali che le Acli si propongono di approfondire. Il primo riguarda i fondamentalismi, che portano a chiusure, contraddicendo il messaggio d’amore contenuto nelle principali religioni monoteistiche descritto bene in Lettera ad un Kamikaze, di Fuad Allam. Per stimolare la crescita reciproca occorre delegittimare i fondamentalismi attraverso percorsi che educhino e accompagnino all’accettazione dell’alterità. Il secondo nasce dal laicismo radicale, che potrebbe portare sia ad una contestazione della presenza delle religioni nello spazio sociale, sia alla riduzione di libertà pubbliche: l’esito finale del dibattito sulle radici cristiane d’Europa che non hanno trovato spazio nel testo della nuova costituzione Europea ne è un esempio, come il divieto del velo nelle scuole francesi. Infine c’è la sfida delle generazioni. Forse quella più originale. Le Acli si interrogheranno sulla scarsa rappresentatività dei più giovani all’interno dei nostri sistemi democratici. L’allargamento del suffragio universale ai minori è un dibattito già avviato in Europa, come dimostrano le ipotesi formulate in Inghilterra ed in Germania per estendere il voto ai sedicenni. Con il Convegno di studi le Acli vogliono osare ancora di più esaminando la possibilità di Un bimbo un voto, per una democrazia che guarda al futuro rappresentando non soltanto chi è già protagonista della società di oggi, ma anche coloro che costruiranno quella di domani. Insomma le Acli ad Orvieto continueranno a suonare la sveglia lanciando stimoli perché la democrazia del postglobal possa rispondere alle nuove sfide che le si presentano dinanzi.


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