Welfare

Achnur. “Aiutiamo chi sogna di avere una casa”

"Oggi per loro una casa è poco più che una lontana speranza" denuncia il commissario Lubbers in vista della Giornata mondiale del Rifugiato 2004

di Ettore Colombo

Ognuno di noi ha bisogno di un ”posto da poter chiamare casa”, un posto al quale sentire di appartenere, ma per i milioni di rifugiati e sfollati di tutto il mondo, oggi avere una casa e’ poco piu’ che una lontana speranza. E’ questa certezza che da oltre 50 anni sostiene il lavoro dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr) che ha deciso di dedicare la Giornata mondiale del rifugiato 2004 – che cade il 18 giugno – al tema ”Un posto chiamato casa”. ”Non c’e’ attivita’ piu’ importante del sostegno ai rifugiati e agli sfollati di tutto il mondo, nella loro coraggiosa lotta per ricostruirsi una vita, in un luogo da poter finalmente chiamare casa”, ha dichiarato l’ Alto Commissario Rudd Lubbers. ”Nonostante in alcuni paesi, soprattutto tra i piu’ ricchi, vi sia la percezione di essere invasi dai rifugiati – ha sottolineato Lubbers – la maggioranza di queste persone ha fatto ritorno nel proprio, spesso devastato, paese. I rifugiati vogliono fortemente tornare a casa, un desiderio che negli anni abbiamo visto realizzarsi in luoghi molto diversi tra loro, dal Kosovo alla Cambogia, dal Mozambico a Timor Est”. Se all’inizio del nuovo millennio l’Unhcr stava aiutando 1,1 milioni di persone, rientrate nel proprio paese, a ricominciare la propria vita; oggi, l’agenzia dell’Onu assiste piu’ di 3,5 milioni ritornate a casa negli ultimi anni. ”E’ questa la ragione per cui – ha rilevato Lubbers – l’Unhcr considera il rimpatrio volontario, il ritorno nel proprio paese d’origine, una volta che vi siano state ripristinate condizioni adeguate, la soluzione preferibile per i rifugiati”. ”Davanti ad un futuro pieno di incertezze in una terra straniera, il senso di smarrimento ed alienazione puo’ farsi schiacciante. Perdere la propria casa puo’ tradursi nella perdita della propria piu’ profonda identita’. Ma nonostante la loro enorme sofferenza, i rifugiati non abbandonano mai il sogno di tornare ad avere una ‘casa’ e tutto cio’ che una casa vuol dire affetti, calore, sicurezza, senso di appartenenza. Il fatto che i rifugiati tengano viva questa speranza, talvolta tra mille difficolta’, deve costituire per tutti noi motivo di riflessione”, e’ l’esortazione dell’Unhcr in occasione del 18 giugno.

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