Famiglia

Accountability e fondi privati, ricetta dell’indipendenza

Centro italiano aiuti all’infanzia: opera in Italia e nel mondo per promuovere il riconoscimento del bambino come persona e difendere il suo diritto alla vita

di Antonietta Nembri

Compirà 40 anni nel 2008. Sono infatti 39 anni che il Ciai – Centro italiano aiuti all?infanzia opera in Italia e nel mondo per promuovere il riconoscimento del bambino come persona e difender il suo diritto alla vita, alla salute e ad avere una famiglia, come all?educazione, al gioco e all?innocenza dei suoi anni. Per portare avanti le sue attività ha scelto di rivolgersi soprattutto ai contributi dei privati. «Il nostro consiglio direttivo ha stabilito come indicazione di non superare la soglia del 33% dei fondi provenienti dal pubblico», spiega Donatella Ceralli, responsabile della comunicazione Ciai. «Questo per noi è un indice di indipendenza, sia da possibili pressioni di tipo politico, inteso come politica internazionale, ma anche ci lascia liberi di scegliere le aree di intervento».

Una fetta non indifferente dei proventi deriva dal sostegno a distanza, ben 8mila i progetti attualmente attivi. «Per noi è uno strumento importante per far sì che i bambini abbiano effettivamente diritto alla scolarizzazione», continua la Ceralli. Per il Ciai, che si occupa anche di adozioni internazionali, il sostegno a distanza è mirato, con un rapporto uno a uno. «Non pensiamo di poterlo potenziare all?infinito: non diventeremo una fabbrica di sostegni a distanza». La richiesta di aiuto per un bambino viene direttamente dagli interlocutori locali, e il donatore ha la possibilità di avere una gratificazione sapendo che i suoi fondi stanno aiutando proprio quel bambino.

Per la raccolta fondi non vengono investiti capitali in pubblicità. «Non siamo un?associazione famosissima e non facciamo grandi investimenti pubblicitari, le nostre campagne vengono realizzata gratis dalla Ogilvy & Mather, e anche gli spazi che troviamo sono gratuiti; non tappezziamo le città con il nostro marchio, piuttosto i nostri donatori arrivano attraverso il passaparola», spiega ancora Donatella Ceralli. «Le persone che ci hanno fatto una donazione ne parlano ad altri, poi noi lavoriamo molto alla fidelizzazione anche attraverso la trasparenza». Ciai del resto è stato uno dei primi enti ad aderire all?Iid – Istituto italiano della donazione. Il bilancio d?esercizio dell?organizzazione è certificato da PricewaterhouseCoopers, mentre quello sociale dalla Sgs Italia.

Trasparenza è anche organizzare viaggi per far conoscere i propri progetti stringendo sempre più il rapporto tra sostenitore e associazioni: «Per noi sono partner più che donatori. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo avuto una collaborazione con la Gazzetta dello Sport, dando vita insieme a uno spirito di vera partecipazione».

Quest?anno l?associazione ha rinnovato il sito internet. «Crediamo molto a questo strumento, è un mezzo per raggiungere molti interlocutori», conclude la Ceralli, ricordando due settori importanti per la raccolta fondi: le bomboniere solidali e i regali di compleanno: zanzariere, kit scolastici, una mucca e da Pasqua anche le galline. Il meccanismo è semplice: il dono, anziché arrivare a chi compie gli anni qui in Italia viene ricevuto nel Sud del mondo, mentre il festeggiato riceve un biglietto che spiega come i soldi per il suo cadeau sono andati a un buon fine.

CIAI : via Bordighera, 6- 20142 Milano
tel. 02.848441 – www.ciai.it

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