Politica

Accordo tra Viminale e Comune di Roma

Grazie all'accordo Roma Capitale potrà ridisegnare il proprio sistema di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo

di Redazione

Più strutture integrate e collegate fra loro sul territorio capitolino per l’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo, grazie a una rete di servizi condivisi ed omogenei tra loro. È questo l’obiettivo contenuto nell’accordo firmato oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, presente anche l’assessore Sveva Belviso.
Con la sottoscrizione il ministero dell’Interno condivide le istanze dell’Amministrazione capitolina sulla necessità di dotare Roma di un nuovo welfare dedicato ai rifugiati e ai richiedenti asilo, si legge in una nota del Viminale, che possa dare riposte certe alle nuove esigenze sociali presenti in città.

L’accordo di oggi dunque permette a Roma Capitale di ridisegnare il proprio sistema d’accoglienza rendendolo più efficace ed efficiente favorendo di fatto i percorsi verso l’autonomia sociale delle persone accolte e velocizzando al contempo gli ingressi nei centri e le successive uscite grazie ad una rete di sistemi condivisi. Attualmente Roma dispone di un centro polifunzionale “Enea” che ospita 400 persone e di 22 strutture dedicate all’assistenza dei cittadini titolari di protezione internazionale che hanno però tra loro una forte discrasia in termini di costi e di accoglienza fornita.
I 22 centri danno accoglienza a oltre 1.360 persone (circa il 50% dell’interna disponibilità dello Sprar – Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati), hanno una lista d’attesa per nuovi ingressi in accoglienza che si aggira sulle 1.200 unità, con tempi medi d’accesso di circa 6 mesi.

Obiettivo del nuovo accordo è quello di razionalizzare, armonizzare e rendere coerente un sistema fino a oggi farraginoso che ha creato disparità di trattamento tra le persone accolte e una sperequazione in termini sia economici che di servizi. Grazie a questa nuova intesa Roma Capitale potrà garantire maggiore flessibilità e omogeneità alla macchina dell’accoglienza mettendo a regime una rete di servizi condivisi e integrati simili per tutti i centri, così da creare un percorso di inclusione sociale e di integrazione unico che metta sullo stesso piano d’intervento il sistema attuale, abbattendo le “liste d’attesa”, creando un circolo virtuoso che renda l’accesso ai servizi più semplice e immediato e al contempo ponendo l’autosufficienza e l’autonomia all’interno della comunità sociale come principio essenziale.

Una volta a regime i cittadini titolari di protezione internazionale potranno usufruire di un sistema in grado di fornire servizi di assistenza alla persona e cioè corsi di lingua italiana, corsi di alfabetizzazione, percorsi scolastici, corsi di formazione professionale, mediazioni linguistico – culturale, stage e borse lavoro; servizi di accoglienza presso strutture non profit o di volontariato e quindi, accoglienza notturna in strutture collettive, accoglienza in strutture H24, accoglienza in alloggi di convivenza in regime di semi autonomia, accoglienza in alloggi di convivenza a regime di autonomia e accoglienza attraverso il coinvolgimento di famiglie “solidali”. Nell’ambito di servizi d’integrazione ci sono orientamento al lavoro, formazione professionale, percorsi di cittadinanza attiva, tirocini formativi e tutoraggio, attività di inserimento lavorativo, attività relative alla ricerca di soluzioni abitative.


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