Sostenibilità
Accordo storico sul clima all’Onu, firmano 170 Paesi
È la prima volta nella storia dell’ONU che oltre 170 Paesi firmano un accordo internazionale il primo giorno in cui viene posto alla firma. È l’inizio di un percorso certo difficile, ma promettente e necessario
di Redazione
Si è tenuta oggi, presso la sede delle Nazioni Unite di New York, la cerimonia della firma dell'accordo di Parigi sul clima, il primo accordo universale sul cambiamento climatico (qui il testo). E’ la prima volta nella storia dell’ONU che oltre 170 Paesi firmano un accordo internazionale il primo giorno in cui viene posto alla firma. E’ l’inizio di un percorso certo difficile, ma promettente e necessario.
L'accordo di Parigi ruota intorno all'impegno collettivo di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C. E’ fondamentale che i Paesi concentrino i loro sforzi su questo obiettivo e rafforzino subito le loro azioni al livello nazionale per raggiungerlo, oltre a lavorare per l’applicazione dell’Accordo stesso.
Dei discorsi degli Alti rappresentanti dei Governi, il WWF ha apprezzato lo spirito positivo e l’impegno ad agire rapidamente per rendere l'Accordo di Parigi una realtà, e questo è positivo. Ma il ‘rapidamente’ non è sufficiente. I Paesi devono agire ora su larga scala in maniera collaborativa per le energie rinnovabili, per l’uso efficiente delle risorse e dell’energia, per le foreste e la finanza per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici.
Mentre la firma dell'accordo di Parigi entra nella storia come un passo importante negli sforzi climatici globali, anche le temperature planetarie e gli impatti climatici stanno scrivendo un pezzo di storia del Pianeta. Il mese scorso si è registrato il marzo più caldo che mai, dopo 11 mesi consecutivi di temperature record. Una delle peggiori siccità ha colpito l’Africa orientale e meridionale, il 93% della Grande Barriera Corallina è stato colpito dallo sbiancamento dei coralli e la calotta glaciale della Groenlandia sta affrontando una stagione anticipata di fusione dei ghiacci, con temperature record che hanno sfiorato i 20°C sopra la media.
I leader politici hanno concordato a Parigi di cercare di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Questo non è solo un numero – è la differenza tra la sicurezza e la crisi per molte persone e comunità, soprattutto le più vulnerabili, per molte specie e ambienti naturali. Il WWF auspica che continueremo a vedere segnali di azioni sempre più ambiziose al livello nazionale, perché l'Accordo di Parigi non solo una firma sulla carta.
Il leader oggi si sono mostrati uniti nel riconoscere la necessità di agire con urgenza sul cambiamento climatico, richiamando la necessità di un’azione molto più forte verso la decarbonizzazione e sottolineando che la volontà politica non è mai stata così’ forte come ora.
Il WWF esprime anche apprezzamento per gli impegni assunti all’ONU, oggi, dal Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi. L’Italia ha un forte ruolo da giocare, in casa propria, nel G7 (di cui ha la presidenza l’anno prossimo) e nella UE. Negli incontri con i giornalisti, il Presidente Renzi aveva parlato della volontà di portare al 50% il contributo delle energie rinnovabili al mix elettrico, presumibilmente entro la fine della legislatura o il 2020. E’ un obiettivo che l’Italia può raggiungere, a patto di rivedere tutte le norme che stanno ponendo un freno alle rinnovabili, all’autoconsumo, agli investimenti. Più in generale, occorre produrre finalmente una strategia di decarbonizzazione di medio termine, prevista anche dall’accordo di Parigi, e un Piano Energetico . Dopo il referendum, una conferenza su Energia e Clima potrebbe essere una buona occasione per riaprire un confronto costruttivo su questi temi.
L'Accordo di Parigi resterà aperto per raccogliere altre firme per un anno, fino al 21 aprile 2017. Ma il presidente francese Hollande, come Paese ospite della COP21, ha detto chiaramente che si punta all’entrata in vigore entro la fine dell’anno. L'Accordo entrerà in vigore dopo che almeno 55 paesi, che rappresentino il 55 per cento delle emissioni globali di gas a effetto serra, lo ratificheranno. I negoziatori sulla Convenzione ONU sul Clima si incontreranno il mese prossimo a Bonn, in Germania per iniziare a porre le basi per rendere operativo l'accordo.
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