Politica

Accordo record tra UE e Sudafrica

123 milioni di euro per scuole di base sudafricane. Intervista al Ministro de ll'Educazione

di Joshua Massarenti

Bruxelles – Oggi a Bruxelles il Ministro dell’educazione di base sudafricana, Angie Motshegka, e il Commissario europeo per l’Educazione, Androulla Vassiliou hanno firmato un accordo di cooperazione a favore dell’educazione primaria pari a 123 milioni di euro. “Si tratta del più vasto programma di cooperazione tra il Sudafrica e l’Unione Europea” ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa il presidente sudafricano, Jacob Zuma. L’accordo è stato siglato nel quadro del terzo Summit UE-Sudafrica. Al termine della conferenza il ministro Motshegka, in carica dal 2009 e nota nella nazione arcobaleno per le sua battaglie a favore della parità di genere nel mondo scolastico, ha accettato di rispondere alle domande di Vita.it

Vita: Quali sono gli obiettivi dell’accordo?
Angie Mosthegka: Con oltre il 90% dei bambini scolarizzati alla scuola elementare, il Sudafrica ha raggiunto uno degli Obiettivi del Millenni fissati dai capi di Stato nel 2000, e questo con cinque anni di anticipo. Purtroppo in molte aree del paese, penso in particolar modo alle township, questa percentuale tende a calare. Non solo. Si sente ancora la necessità di fornire grandi sforzi sul fronte delle infrastrutture. Ci sono scuole che ancora oggi non dispongono né di acqua, né di elettricità.

Vita: Il governo sudafricano mette a disposizione dell’educazione il 20% del suo budget. Alcuni giornali sudafricani sostengono quindi che il problema non sono i fondi, ma il modo con cui questi soldi vengono investiti…
Motshegka: Non sono d’accordo. Negli ultimi anni i fondi sono stati spesi per riequilibrare i dislivelli tra una scuola e l’altra. Con dislivelli mi riferisco alla qualità dell’insegnamento, un problema che necessita ancora molto impegno da parte nostra. Oggi è tempo di concentrare gli sforzi sulle infrastrutture e consentire agli alunni poveri di studiare in condizioni decorose. Paesi come la Francia e l’Australia sono casi molto interessanti per noi. Anche lì sussiste un divario sempre più grande tra un numero limitato di scuole dotate di buone infrastrutture e buone condizioni di insegnamento, quando invece molte altre sono abbandonate a se stesse.

Vita: In che modo i fondi europei verranno spesi?
Motshegka: Il programma non può ridursi a una questione di soldi che Bruxelles mette a disposizione del governo sudafricano per rilanciare le infrastrutture delle nostre scuole. Con l’Unione Europea abbiamo molto insistito sulla necessità di poter ricorrere a dei consulenti europei in grado di aiutarci nel programma. Per non ripetere gli errori del passato sentiamo il bisogno di osservare il modo con cui altri paesi provano a superare ostacoli simili ai nostri.


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