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Accoglienza, gara di solidarietà per i volontari di Udine sotto accusa

"Favoreggiamento della permanenza di stranieri presenti illegalmente in Italia per trarne ingiusto profitto” e "invasione di edifici": questi i reati ad alcune persone dell'associazione Ospiti in arrivo che da due anni segue chi arriva in città e spesso non trova un posto dove dormire. Ora una petizione du Change.org, firmata anche da giuristi e cooperanti, vuole fare luce su una vicenda che danneggia chi invece si sta mettendo in gioco per dare umanità

di Daniele Biella

"Leggiamo con sgomento e preoccupazione la notizia della chiusura delle indagini nei confronti di alcuni volontari dell'associazione Ospiti in arrivo di Udine, con accuse molto gravi che sembrano mirare a stravolgere il senso ultimo dell'attività dell’associazione: provvedere ad aiutare gratuitamente coloro che le istituzioni hanno lasciato soli". "Se donare soccorso, vestiti, scarpe, coperte e cibo a persone abbandonate per strada dalle istituzioni -che sembrano ricordarsi di loro solo quando viene il momento di sgomberarle dai luoghi in cui hanno trovato rifugio- è un reato, allora noi tutti ci dichiariamo pubblicamente colpevoli. Se accogliere e accompagnare alla Caritas i richiedenti asilo è un reato, allora siamo tutti complici. Arrestateci tutti!". Il testo della petizione lanciata su Change.org è chiaro: se i volontari che assistono nelle loro prime necessità i migranti in arrivo sono soggetti a reato, allora la solidarietà è morta.

Ospiti in arrivo è un gruppo di persone che dal 2014 è sceso in strada, nelle stazioni, ad accogliere. Ora, con il passaparola, i volontari che si alternano sono almeno un centinaio e il gruppo è diventanto un'associazione riconosciuta, con qualifica di onlus, da fine 2014. Fin dai primi tempi, ogni azione di sostegno effettuata dai volontari era stata segnalata alle autorità, con una precisa volontà di collaborare e rendere trasparente il proprio operato, denunciando nello stesso tempo l'inefficacia della risposta istituzionale nell'aiuto immediato a queste persone.

"Favoreggiamento della permanenza di stranieri presenti illegalmente in Italia per trarne ingiusto profitto” e "invasione di edifici": questi i due reati contestati. Sembra che proprio la qualifica di onlus, con la conseguente possibilità di avere il 5 per mille destinato all'associazionismo, sia "l'ingiusto profitto" contestato a sette volontari, tra cui tre di loro accusati della "invasione" per avere portato le persone in un centro Caritas. Una situazione anacronistica che ha portato all'adesione all'appello in solidarietà agli accusati da parte di persone esperte in materia di aiuto umanitario e diritti come Loris De Filippi, presidente di Msf, Medici senza frontiere, l'avvocato Alessandra Ballerini, il giurista e docente universitario Fulvio Vassallo, tra gli altri. Il giornalista Fabrizio Gatti, uno dei primi reporter ad avere documentato il dramma dei viaggi in mare, esponendosi in prima persona compiendo la tratta sotto il falso nome di Bilal, ha rilanciato l'appello sull'Espresso.

La preoccupazione per gli accusati è forte, ma a Udine, dal basso, le cose vanno avanti: l'emergenza di nuovi arrivi dalla rotta balcanica non si placa – in particolare afghani e pakistani – e di fronte a una persona che non trova dove dormire o mangiare la sera, sono tanti i cittadini che non stanno a guardare e hanno scelto da che parte stare: da quella dell'umanità. La petizione, nel frattempo, ha superato le 4mila firme in poche ore.

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