Cultura

Accoglienza e integrazione, il passo decisivo per una nuova Europa

La Ue ha fatto un passo decisivo verso la solidarietà nell'accoglienza ai profughi, dal punto di vista della garanzia dello status di rifugiato, la mobilità e un sostegno economico concreto: sono la premessa di un nuovo modo di intendere l'accoglienza. Finalmente, viene messo al centro il principio della condivisione nella gestione dei flussi migratori. La nuova Europa si costruisce anche così

di Vanna Iori

L'Europa sta facendo un significativo e decisivo passo in più anche sull'accoglienza. Una delle drammatiche conseguenze della terribile guerra di invasione scatenata da Putin è l'esodo disperato della popolazione ucraina che cerca riparo negli altri paesi europei. I profughi arrivati finora in Italia sono solo l'inizio di un fenomeno di ampie dimensioni che richiede interventi a più livelli. Il nostro è il primo paese europeo, dopo la Polonia, per presenza di cittadini ucraini e le autorità prevedono che almeno 700 mila persone arriveranno nelle prossime settimane.

Per questo è importante che l'Europa abbia attivato il meccanismo previsto dalla direttiva 2001/55/Ce che consente nel caso di significativo afflusso di profughi nei Paesi UE, di riconoscere loro la protezione temporanea e elaborato un piano per rafforzare la solidarietà tra Stati membri. In questo senso, sono stati previsti – tra le altre cose – finanziamenti adeguati, l'istituzione di una piattaforma Ue per la registrazione della direttiva temporanea, il coordinamento europeo per hub di trasporto e di informazione dedicati ai profughi in fuga dall'Ucraina.

In particolare, il piano prevede il potenziamento dei sistemi di accoglienza attraverso la piattaforma di solidarietà affinché vengano organizzati i trasferimenti dei rifugiati dagli Stati membri maggiormente sotto pressione verso quegli Stati che possono fornire aiuto. Una sorta di meccanismo di redistribuzione su base volontaria allargato anche alla Moldavia. Tra le azioni previste, anche un piano comune contro la tratta di esseri umani e l'elaborazione di procedure standard per l'accoglienza dei minori, con particolare riguardo ai minori con disabilità e ai minori non accompagnati.
La Ue ha fatto un passo decisivo, tendendo la mano di fronte a questo dramma indicibile. Fare un passo così importante verso la solidarietà nell'accoglienza ai profughi, dal punto di vista della garanzia dello status di rifugiato, la mobilità e un sostegno economico concreto, sono la premessa di un nuovo modo di intendere l'accoglienza. Finalmente, viene messo al centro il principio della condivisione nella gestione dei flussi migratori generati da conflitti ed emergenze umanitarie. Le donne e i bambini che stanno fuggendo sono rifugiati che hanno bisogno di protezione; dobbiamo necessariamente ripensare il diritto-dovere dell'accoglienza nell'ambito di una gestione condivisa. Ora ogni Paese dovrà attrezzarsi per offrire aiuto a chi fugge dalle bombe: penso in particolare all'assistenza sanitaria, al lavoro e all'integrazione scolastica. Proprio in queste ore abbiamo approvato il decreto Ucraina che stabilisce misure importanti per l'accoglienza e l'aiuto di donne e bambini che scappano dalla guerra: penso, in particolare, alle migliaia di posti attivati per forme di accoglienza diffusa tramite affidamento diretto al terzo settore e il sostegno economico a 60mila persone titolari di protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione per 3 mesi.

Oggi, sono soprattutto i minori che avranno bisogno di essere aiutati in questo difficile percorso. Proprio la scuola è una delle più importanti forme di normalità per un bambino e per un ragazzo. È, dunque, importante che il Ministero dell'Istruzione abbia stanziato 1 milione di euro per garantire il diritto allo studio, il sostegno psico-pedagogico e il supporto di mediatori culturali; ora devono essere le scuole a dare forma alle linee guida previste dall'amministrazione centrale. E servirà un ulteriore intervento che mi auguro possa essere messo in campo già nei prossimi giorni come auspicato anche dal Ministro Bianchi. Abbiamo il dovere di offrire aiuto linguistico e formazione, di istituire dei team dedicati.

Oggi, di fronte al baratro della guerra e dell’aggressione, la spinta emotiva e valoriale è ancora più importante: non sono solo in discussione valori materiali e prosperità economica, ma gli stessi principi fondanti dell’Ue, ovvero la libertà, la pace e la solidarietà. Il nostro Paese sta dando, come sempre, una grande prova di sé: ora è necessario che si lavori per accogliere le persone che stanno arrivando e arriveranno, garantendo loro dignità, diritti e integrazione. La nuova Europa si costruisce anche così.

Foto Pexels

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