Migranti

Accoglienza diffusa, a rischio oltre 12mila posti

Se il governo non provvederà entro fine anno all'emanazione dei decreti «occorrerà trovare una nuova collocazione per migliaia di persone», denuncia il delegato Anci per l'immigrazione Matteo Biffoni. In pericolo anche centinaia di posti di lavoro

di Gabriella Debora Giorgione

Hanno scritto a giugno senza ricevere risposta. Adesso i Comuni italiani ci riprovano e chiedono nuovamente al ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, di emanare i decreti necessari a garantire la prosecuzione dei progetti del Sistema accoglienza integrazione-Sai in scadenza il 31 dicembre 2023.
Sono 8.600 infatti i posti del Sistema accoglienza integrazione-Sai, compresi posti per i Minori stranieri non accompagnati-Msna, per i quali oltre 200 Comuni titolari hanno presentato domanda di prosecuzione entro lo scorso maggio e sono ancora in attesa di una risposta.
A questi si aggiungono gli oltre 4mila posti Sai, finanziati tra agosto e settembre 2022 per far fronte alle esigenze di accoglienza determinatesi a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, con scadenza alla fine del 2023, dei quali non si hanno informazioni circa la possibile prosecuzione.

Qualora non venisse garantita la prosecuzione, occorrerà trovare nuova collocazione per migliaia di persone, prevalentemente nuclei familiari con minori

– Matteo Biffoni, delegato nazionale immigrazione di Anci

Sono questi i numeri dell’accoglienza diffusa italiana che attendono una risposta dal Governo: «La prosecuzione si sarebbe dovuta definire entro l’estate, così da garantire ai Comuni i tempi tecnici e amministrativi necessari per scongiurare ogni rischio di sospensione dei servizi. Si tratta di una prospettiva che, nel contesto attuale, appare particolarmente preoccupante per i territori, considerando peraltro che, qualora non venisse garantita la prosecuzione, occorrerà trovare nuova collocazione per migliaia di persone, prevalentemente nuclei familiari con minori», scrive in una nota Matteo Biffoni, delegato nazionale immigrazione dell’Associazione nazionale comuni italiani-Anci.

Comune di Biccari (Fg), battesimo di uno dei bimbi accolti nel Sai del Comune

Il totale complessivo finanziato per i progetti Sai ammonta, per il 2023, a oltre 730 milioni di euro per la copertura un totale di 44mila posti attivabili.
Nel corso del 2023, i Comuni hanno attivato progressivamente nuovi posti finanziati, per un totale di 37mila sui 44mila disponibili: al 31 agosto 2023, i progetti Sai attivi erano in 699 Comuni, 16 Province, 30 Unioni di Comuni, 48 in “altri” Enti. Alla stessa data, i beneficiari presenti all’interno dei progetti della rete erano quasi 35mila mentre risultavano in attesa di assegnazione circa 2mila posti, anche se questo è da ritenersi fisiologico in considerazione del naturale turnover tra ingressi e usciti e della valutazione che il servizio centrale fa su ogni singola richiesta in base agli specifici bisogni di uomini o donne soli, di nuclei familiari, di minori stranieri non accompagnati di età e genere diverso e di persone con specifiche vulnerabilità.


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Se il governo non dovesse decretare la prosecuzione, a rischio anche un cospicuo numero di lavoratori impiegati nel sistema di accoglienza diffuso: in Italia, infatti, sono circa 10mila le lavoratrici e i lavoratori, per lo più italiani impegnati nei progetti di accoglienza.
Si tratta di lavoratori qualificati: assistenti sociali, psicologi, educatori, esperti in cooperazione internazionale, avvocati e consulenti legali, mediatori linguistici, antropologi e sociologi che si muovono in una fitta rete territoriale per garantire alle persone accolte la frequenza di corsi di lingua italiana, i tirocini di formazione e di lavoro, i corsi di educazione civica italiana, il supporto psicologico e legale.

Un’operatrice del progetto Sai del Comune di Tricase (Le)

«I Comuni continuano a mostrare la volontà di contribuire fattivamente alle esigenze di accoglienza nazionale che, in considerazione del numero di sbarchi, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, e della conseguente dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale, risulta essere sempre maggiore in termini di numeri e di complessità del fenomeno, anche con riferimento alle persone portatrici di vulnerabilità, da accogliere nel sistema Sai», conclude Matteo Biffoni.

Abbiamo chiesto al ministro dell’Interno una dichiarazione circa i tempi della prosecuzione dei progetti Sai ma non abbiamo ricevuto risposta.

nella foto di copertina: Biccari, la passeggiata di Emmanuel e della madrina lungo tutto il paese prima del battesimo. Le foto sono state concesse a VITA dai rispettivi progetti Sai

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