Politica

Accoglienza dei migranti. Ecco il modello Toscana

Casa, lavoro, istruzione, salute sono state le richieste più pressanti da parte dei rappresentanti degli stranieri. Ecco i traguardi già raggiunti dalla Regione

di Redazione

Conoscere le realtà locali, toccare con mano, dialogare direttamente con le persone interessate. E successivamente tradurre le varie richieste ed istanze in strategie e atti concreti. Questi gli obiettivi principali del tour che il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero sta effettuando in tutte le regioni italiane e che lo ha portato anche in Toscana, alla fine del 2006, per vedere da vicino come ci si sta organizzando in una delle regione più attive sotto il profilo dell?accoglienza dei migranti. Un incontro promosso dall?assessore regionale alle Politiche sociali, <b>Gianni Salvatori</b> «proprio per mettere in condizione chi ci governa di vedere cosa accade a livello locale, perché le decisioni che debbono essere prese a livello nazionale hanno bisogno di una conoscenza diretta».

All?incontro, che si è tenuto in Palazzo Vecchio a Firenze, hanno partecipato associazioni, istituzioni, enti locali, organismi di rappresentanza che senza sosta hanno rivolto agli amministratori le proprie richieste: diritto di cittadinanza, voto alle amministrative, vittime della tratta, minori non accompagnati, salute, scuola, lavoro, libertà religiosa, semplificazione delle procedure, sicurezza nei luoghi di lavoro, emersione del sommerso, gestione dei flussi, mediatori interculturali, ricongiungimenti familiari, riconoscimento dei titoli di studio, giusto per citare quelle più ricorrenti. «La società che vogliamo costruire», ha spiegato Salvadori, «è una società fatta di persone uguali fra loro. Il tema immigrazione non merita di essere trattato soltanto come un?emergenza, la realtà che viviamo tutti i giorni è un dato di fatto. Per queste persone occorre creare un percorso di stabilità e uno dei punti fondamentali è il riconoscimento del diritto di voto, quanto meno alle elezioni amministrative. E questa dev?essere una scelta non soltanto nostra ma del governo nazionale ».

Casa, lavoro, istruzione, salute sono state le richieste più pressanti. «Queste persone», ha aggiunto Salvadori, «devono essere messe nelle condizioni di vivere bene. Dobbiamo in primo luogo combattere una cultura fatta di voci ed insinuazioni, spesso prive di fondamento, in base alle quali i migranti ?ruberebbero? il nostro lavoro, le nostre case. Dobbiamo invece renderci conto dell?importanza di queste persone che con il lavoro permettono a molti settori della nostra economia di continuare a sopravvivere, come avviene nel distretto conciario o in quello floro-vivaistico».

La Toscana è stata una delle prime Regioni italiane a studiare la possibilità di estendere il diritto di voto agli immigrati. «Il percorso lo abbiamo iniziato ormai da più di un anno ed il giro di ascolto che sta effettuando il ministro Ferrero noi lo abbiamo già fatto in tutte le province toscane, diciamo che in parte siamo stati noi ad ispirare al governo questa modalità di confronto. Se tutto va secondo la tabella di marcia, dovremmo essere in grado di presentare un testo di legge in Consiglio regionale entro febbraio 2007».

Regolarizzazione delle badanti, altro grido d?allarme lanciato dall?assessore. «È un fenomeno inaccettabile. Pensate che ad oggi ci sono circa 25mila immigrati irregolari che assistono persone anziane. Tra le priorità per il 2007 c?è l?istituzione di un fondo per la non autosufficienza che servirebbe a far emergere il sommerso. E anche dal governo », ha concluso Salvadori, «ci aspettiamo un?iniziativa forte che permetta di realizzare questo obiettivo e che favorisca l?arrivo regolare di tanti lavoratori e lavoratrici».

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