Famiglia
Abuso sui minori: linee guida in Piemonte
La situazione nel nord ovest. Le linee guida adottate dalla Regione Piemonte: Un'équipe interdisciplinare per Asl che coordinerà gli interventi
Cuneo – Alla luce dei recenti fatti di cronaca, si è tenuto a Cuneo, nella giornata di venerdì 15 giugno 2001, nei locali del Centro Incontri della Provincia, il convegno “Abuso sessuale e maltrattamenti sui minori: strumenti e strategie d’intervento”. L’incontro è stato coordinato dal Dirigente dell’ara servizi alla persona della Provincia, Giuseppe Viada.
Il 2 maggio 2000 la Giunta Regionale ha provveduto all’approvazione delle “linee guida per la segnalazione e la presa in carico” da parte dei servizi socio-assistenziali e sanitari, dei minori vittime di violenza. “Il documento è nato dalla collaborazione di tutti gli operatori, per la definizione di un livello uniforme di protezione – ha commentato Cristina Ramella, funzionario della alle politiche sociali e della famiglia della Regione Piemonte – . Si tratta di un fenomeno sommerso e latente, difficile da rilevare con sicurezza, che si manifesta all’interno della famiglia e che tende a perpetuarsi agli altri membri, ad esempio al fratello maggiore”.
L’obiettivo è quello di creare un’équipe interdisciplinare per Asl, ma è data la facoltà di costituirne anche una per più Aziende sanitarie, nei territori a bassa occupazione o in presenza di pochi casi. Sono previste le seguenti professionalità: un operatore sociale; un neuropsichiatra; uno psicologo; un esponente del Ser.t; un pediatra; un operatore del Dipartimento di Salute mentale; un ginecologo o un medico legale, e un esponente dei servizi minorili dell’amministrazione della Giustizia. Compito dell’équipe è fornire la propria consulenza in tutte le fasi del procedimento e se necessario provvedere alla presa in carico, garantire attività di formazione e aggiornamento agli operatori, raccogliere i dati da inviarsi annualmente alla Regione, in relazione alla costituzione dell’Osservatorio nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. “Le linee guida sono nate su iniziativa del Tribunale dei Minori – ha spiegato Cesare Castellani, giudice presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte – alla luce del rinnovato quadro legislativo, che estende massicciamente la procedibilità d’ufficio, ma che vede comunque aumentare le denunce dei privati a seguito della maggiore consapevolezza sociale. A Torino registriamo 90-100 denunce per abusi e maltrattamenti. Il ricorso a competenze specializzate dovrebbe evitare al minore danni ulteriori, quale, tra l’altro, il coinvolgimento nel procedimento penale. E’ necessario attivare un intervento integrato, che si basi su una maggiore comunicazione tra le Istituzioni. Anche in altre regioni sono state avviate iniziative simili, penso all’Emilia Romagna e in particolare al Veneto, per cui è già stato stanziato 1 miliardo per la costituzione delle équipe e in sostegno ai servizi.” In linea con il dott. Castellani, Anna Peloso, neuro-psichiatra infantile in forza all’Azienda Ospedaliera Regina Margherita di Torino: “Il lavoro in rete consente lo scambio di informazioni e risorse diverse, riduce la competizione a vantaggio della decisione condivisa, sostiene la responsabilità del singolo anziché la delega verso l’alto. Al D.E.A. (Pronto Soccorso n.d.r), abbiamo registrato nel corso dell’anno 2000 54.157 passaggi, contro i 45.703 del 1996 e i 49.091 del 1998. Le denunce avviate l’anno scorso sono state 104 di cui 22 per abusi sessuali, ma il fenomeno è sottostimato, è probabile che i passaggi siano ripetuti ”.
“La violenza può assumere diverse forme – ha spiegato la dott.ssa Anna Trevisio, responsabile del servizio di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale S. Croce e Carle di Cuneo – si va dalla trascuratezza all’abuso sessuale, che è comunque maltrattamento psicologico. Tra gennaio 2000 e aprile 2001 abbiamo registrato: 74 casi di maltrattamento quale aziendale sanitaria ospedaliera, di cui 8 di abuso sessuale, 9 maltrattamenti, 57 di negligenza; come azienda sanitaria locale i casi sono stati 43, di cui 10 di abuso e 33 per negligenza (ma solo 15 sono casi nuovi); quale unità operativa autonoma i casi sono stati 20, di cui 4 di abuso e 16 di negligenza. I dati nazionali rilevati nel 1999 parlano di 511 abusi su minori di anni quattordici, di cui l’80% intrafamigliari, l’87% riguarda connazionali e il 13% stranieri; il 7.2% delle chiamate a telefono azzurro è per abusi sessuali.”
“La risorsa più efficace per la prevenzione è l’ascolto – ha commentato Claudio Bosetto del centro Studi Hänsel e Gretel che opera a Torino da 12 anni. I momenti fondamentali sono essenzialmente tre: l’ascolto, la condivisione e la formazione. Ricordo di una bambina di 11 anni, le cui bambole portavano tutte il nome di Anna, lo stesso dell’Insegnante che per prima l’aveva ascoltata. Ma è anche fondamentale ammettere i nostri limiti, parlare delle nostre difficoltà”.
Queste tematiche sono ben note agli operatori di Telefono Azzurro. Tale struttura si avvale di due linee: quella gratuita per i minori e quella istituzionale per l’ascolto degli adulti, e di diverse figure: lo psicologo-pedagogista, l’operatore-filtro (normalmente un volontario), un tirocinante in Psicologia o Scienza dell’Educazione, un coordinatore (psicologo). “Il minore subisce i conflitti tra i genitori, è difficile che una famiglia autrice di maltrattamenti sia totalmente adeguata sotto altri aspetti. Molte false denunce sono legate a separazioni conflittuali. La nostra opera consiste nella ricostruzione del problema, nell’instaurazione di un clima di fiducia, nel rispetto della libertà espressiva e dei tempi dei silenzi, evitando domande suggestive”. Telefono Azzurro ha sede a Milano, ma sono attivi anche diversi centri territoriali (in Sicilia, in Emilia Romagna, nel Lazio e prossimamente in Campania). A Treviso è stato avviato un progetto pilota, un’équipe multidisciplinare cui partecipa anche la stampa, “Tetto Azzurro”, in collaborazione con la Provincia di Roma si occupa invece dell’accoglimento e del trattamento delle minori abusate.
Dal coro degli operatori una voce pare comune: l’attenzione per chi ci accanto è un dovere di civiltà imprescindibile.
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