Mondo

Abu Ghraib: meno prigionieri e meno consensi per Bush

315 detenuti hanno lasciato stamane la prigione di Abu Ghraib. Un'inchiesta Gallup ha registrato un calo del 13 % di appoggio alla guerra. Bush ai minimi storici

di Paolo Manzo

Sono circa 315 i detenuti che hanno lasciato questa mattina la prigione di Abu Ghraib a bordo di quattro autobus, scortati da alcuni blindati ‘humvee’ dell’esercito americano. Il responsabile delle strutture di detenzione americane in Iraq, il generale Geoffrey Miller, ha riferito che dei circa 3.800 prigionieri attualmente rinchiusi nel carcere simbolo del deposto regime di Saddam Hussein e teatro di sevizie e torture inflitte dai soldati americani, resteranno dai 1500 ai 2000 detenuti. Miller ha rimpiazzato il generale Janis Karpinski, sollevato dall’incarico il 17 gennaio, il giorno dopo che la coalizione aveva annunciato l’apertura di un’inhiesta sugli abusi perpetrati ad Abu Ghraib. Ma gli abusi avvenuti ad Abu Ghraib resi noti dalle immagini sui mass media di mezzo mondo non hanno avuto solo conseguenze sulla gestione del carcere… Chi, come era ampiamente prevedibile, ne ha pagato le conseguenze politiche più gravi è stato il presidente statunitense George W. Bush, che solo l’altroieri ha definito il lavoro di mr. Rumsfeld “stupendo”. Calo di consensi tra gli americani sulla politica irachena del presidente George Bush, crescente pessimismo sulla direzione imboccata dal paese, e insoddisfazione sempre piu’ forte nei confronti della presidenza. Cosi’ il quotidiano americano ‘Newsday’ riassume oggi l’umore della popolazione statunitense, interpretando i dati dagli ultimi sondaggi. Una nuova inchiesta realizzata dal ‘Pew Research Center’ di Washington rivela ad esempio che appena il 33 per cento del campione interpellato e’ soddisfatto delle condizioni nel paese ed il 44 per cento approva il lavoro di Bush, due percentuali che rappresentano minimi storici per la sua presidenza. Dati confermati da un sondaggio Gallup, secondo il quale il 37 per cento degli americani e’ soddisfatto del corso degli eventi nel paese, il 46 per cento approva il lavoro svolto dal presidente George Bush. Frank Newport, direttore dell’istituto Gallup ricorda che negli ultimi 50 anni nessuno dei cinque presidenti in carica poi rieletti – Dwight Eisenhower, Lyndon Johnson, Richard Nixon, Ronald Reagan e Bill Clinton – e’ sceso sotto la percentuale del 50 per cento di appoggio al proprio operato nell’anno delle elezioni. Entrambe le inchieste rivelano inoltre che l’opinione pubblica americana sta seguendo con grande attenzione le notizie sullo scandalo delle torture ai detenuti iracheni, e che il sostegno alla presenza americana nel paese e’ sceso. L’inchiesta Gallup, realizzata tra il 7 ed il 9 maggio, ha fatto registrare un calo di 13 punti percentuali di quanti considerano che valesse la pena di combattere la guerra. Ora e’ il 54 per cento a sostenere il contrario. Il pubblico americano appare anzi diviso sull’opportunita’ di mantenere una presenza in Iraq piuttosto che iniziare un ritiro.


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