Animali
Abruzzo, uccisa Amarena la mamma orsa pacifica
Solo pochi giorni fa un video la ritraeva pacificamente a passeggio nel borgo di San Sebastiano dei Marsi con i suoi cuccioli. Per gli attivisti della Lega anti vivisezione-Lav l’uccisione del plantigrado è frutto della mentalità di dominio umano nei confronti della fauna selvatica. Gli animalisti sono già al lavoro per depositare una denuncia contro il responsabili e chiedono la perizia balistica per ricostruire con esattezza i fatti e l’autopsia dell’orsa al centro di referenza per la medicina forense veterinaria di Grosseto
Uccisa. L’orsa Amarena che solo pochi giorni fa è stata vista passeggiare con i suoi cuccioli nel borgo di San Sebastiano dei Marsi, simbolo – sottolineano alla Lega anti vivisezione-Lav – della possibile convivenza pacifica tra umani e orsi è caduta sotto il piombo di un fucile imbracciato da una persona che sarebbe già stata identificata, stando alle notizie diffuse dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Ancora ignote le ragioni del gesto che la Lav definisce un delitto «efferato, reso ancora più grave perché Amarena era stata avvistata pochi giorni fa accompagnata dai suoi cuccioli».
Esempio di convivenza
«Il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è stato portato sempre come esempio della convivenza pacifica tra umani e orsi», dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici «e quanto accaduto la scorsa notte per mano di un singolo è il frutto esemplare della mentalità di dominio umano nei confronti della fauna selvatica».
Clima d’odio
Quanto successo, per gli animalisti è frutto del clima d’odio creato dalla politica nazionale e dai presidenti delle Province autonome nei confronti di tutti gli animali selvatici e in particolare degli orsi trentini. Un clima che «è il primo responsabile della morte di Amarena.
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Governatori che demonizzano quotidianamente questi animali davanti agli occhi dei cittadini, millantando uccisioni e trasferimenti di massa, e si rifanno sempre e solo a cacciatori e fucili per la “gestione” della fauna selvatica non fanno altro che legittimare implicitamente questa barbarie” precisa la Lav.
Avere soffiato sul fuoco delle legittime preoccupazioni dei cittadini in Trentino, creando due fazioni, una pro e una contro gli orsi, ha avuto un riverbero nazionale e ora è Amarena ad averne fatto le spese, vittima – si precisa – di un atto vigliacco e crudele.
Le mosse e le richieste di Lav
«Il nostro primo pensiero va ai cuccioli di Amarena e alle loro possibilità di sopravvivenza, sosterremo il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise con ogni mezzo possibile» conclude la Lav « il nostro ufficio legale è già al lavoro per depositare la denuncia e non molleremo fino a che il responsabile del vile assassinio non sarà condannato con una pena esemplare».
Tra le richieste degli animalisti «perizia balistica per ricostruire con esattezza i fatti e autopsia dell’orsa presso il centro di referenza per la Medicina Forense veterinaria di Grosseto».
La mobilitazione
La Lav ricorda che il prossimo 16 settembre, vigilia dell’apertura della stagione venatoria, sarà a Trento per protestare contro il più grande attacco mai sferrato contro la fauna selvatica.
«Invitiamo tutti a partecipare affinché nessun orso, lupo, o animale selvatico sia più vittima di una politica incapace di favorire la convivenza pacifica» conclude una nota. Tutti i dettagli della manifestazione qui
Il video è realizzato da Michele La Torre nelle strade di San Sebastiano dei Marsi due anni fa – In apertura frame dal video Youtube del 29 agosto 2023
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