Sostenibilità
Abruzzo, i veleni della discaricacontaminano l’acqua potabile
il caso L'Istituto superiore di sanità conferma le denunce del WWF
di Redazione
L’Istituto superiore di sanità conferma le denunce del WWF sulla gravissima contaminazione delle acque in Abruzzo. Utilizzata «acqua non idonea al consumo umano» causa la vicinanza dei Pozzi S. Angelo con la megadiscarica di rifiuti tossici scoperta a Bussi sul Tirino nel marzo 2007 dal Corpo forestale dello Stato. Nel luglio 2007 WWF e Abruzzo social forum avevano fatto analizzare le acque presso un laboratorio privato, denunciando la presenza di sostanze tossiche, come il tetracloruro di carbonio e l’esacloroetano, nell’acqua bevuta da centinaia di migliaia di cittadini della Val Pescara. Tra l’altro era emerso che gli enti preposti ai controlli sapevano fin dal 2004 (ben prima perciò della scoperta della megadiscarica) che l’acqua della zona era fortemente inquinata, dato che la Regione aveva scritto in un documento che «la situazione proprio in relazione ai rischi per la salute pubblica impone, ovviamente, la giusta attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche cui la presente è diretta, ma appare altrettanto necessaria una adeguata discrezione al fine di evitare inutili allarmismi nei cittadini interessati dai fenomeni di inquinamento in atto».
«L’esistenza di discariche di rifiuti tossici nelle aree a monte delle zone di captazione delle acque da destinare al consumo umano», scrive l’Iss, «il quadro della contaminazione risultante dai dati analitici trasmessi e rilevati sulle acque da destinare al consumo umano e da quelle prelevate ai punti di utenza, configura una situazione di rischio per la salute umana anche in relazione alla non prevedibile contaminazione delle acque sotterranee in seguito al rilascio di composti organoalogenati volatili e alle evidenti inefficienze riscontrate nei sistemi di trattamento. Superamenti dei valori di sicurezza nella misura indicata evidenziano in ogni caso una situazione di non conformità tale da rendere l’acqua non idonea per il consumo umano».
La Asl di Pescara, l’Aca e l’Ato vengono smentiti del tutto. «È il completo fallimento di un intero sistema di prevenzione e controllo», denuncia Dante Caserta, presidente WWF Abruzzo, «aggravato dal fatto che si sapeva da anni e nessuno, fino alla nostra denuncia, è intervenuto. Solo grazie alle pressioni del WWF, dell’Abruzzo social forum e del comitato Marelibero.org l’Agenzia sanitaria ha avviato un’indagine epidemiologica. La Regione Abruzzo deve costituire un comitato permanente di crisi che veda la nostra partecipazione, visto che gli enti regionali continuano a dimostrarsi meno pronti di un’associazione di volontari».
L’acqua dei Pozzi S. Angelo è stata utilizzata dagli anni 80, rifornendo oltre 400mila cittadini per circa 25 anni fino al 30 novembre scorso quando, grazie alla nostra pressione, sono stati chiusi. Data la condizione d’inquinamento, sicuramente risalente a molti anni addietro, siamo molto preoccupati per gli eventuali effetti dell’esposizione di lungo periodo della popolazione a sostanze tossiche e cancerogene.
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