Politica
Abroghiamo la pena di morte anche nel codice militare
La nostra Costituzione conserva un terribile inciso: no alle esecuzioni «...se non nei casi previsti dalle leggi di guerra»
di Redazione
Camera: la commissione Affari costituzionali sta esaminando una proposta di legge costituzionale, presentata il 9 maggio da Rosa Russo Jervolino e altri tre deputati del centrosinistra, sulla modifica al quarto comma dell?articolo 27 della Costituzione, relativo alla pena di morte in casi previsti dalle leggi militari di guerra (provv. n. 3680). Presentate anche 12 interrogazioni su Joseph O?Dell condannato a morte dallo Stato americano della Virginia.
Il terzo comma dell?articolo 27 della Costituzione precisa che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Con questa logica contrasta in parte il quarto comma dello stesso articolo 27 che, nell?affermare che «non è ammessa la pena di morte», prevede però un?eccezione per «i casi previsti dalle leggi militari di guerra».
Con una proposta di legge costituzionale per eliminare dalla Costituzione la pena di morte nei casi previsti dalle leggi militari di guerra, quattro deputati dell?Ulivo (prima firmataria Rosa Russo Jervolino), chiedono la soppressione dell?inciso «se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra», affinché nella Costituzione rimanga affermato in modo tassativo e senza alcuna eccezione il principio della non ammissibilità della pena capitale.
Il provvedimento è in linea con la legge 589 del 13/10/94, che ha abolito la massima pena dal codice militare di guerra. L?iniziativa dei quattro deputati del centrosinistra rientra nell?impegno del Parlamento e del governo del nostro Paese contro la pena di morte (come le 12 interrogazioni in favore di Joseph O’ Dell).
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