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Aborto, Lombardia: “difenderemo le nostre linee guida alla 194”
A confermare il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar l'assessore alla Sanità, Bresciani
di Chiara Sirna
L’aveva annunciato con fermezza il presidente Roberto Formigoni, lo ribadisce ora anche l’assessore alla Sanità del Pirellone. La Giunta regionale della Lombardia conferma la via del ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha risposto al ricorso di alcuni professionisti e della Cgil lombarda bocciando le linee guida regionali per l’interruzione volontaria di gravidanza. Una sentenza esecutiva che, in quanto tale, abolisce il limite massimo delle ventidue settimane e tre giorni fissato per ricorrere all’aborto. “
Difenderemo fortemente il nostro atto di indirizzo sull’applicazione della legge 194″, ha detto l’assessore alla sanità, Luca Bresciani oggi all’università degki Studi di milano a margine della presentazione della Rete di eccellenza di tutte le università. “Per questo – ha aggiunto – ieri in Giunta abbiamo deciso il ricorso d’urgenza contro la sentenza del Tar Lombardia che le ha bocciate”.
“Ora attendiamo gli esiti del ricorso”, ha incalzato, “ma abbiamo gia’ avuto delle risposte: i medici lombardi si sono detti decisi a non recedere dall’applicazione dell’atto”.
E ancora: “Il neo sottosegretario al Lavoro, salute e politiche sociali, Eugenia Maria Roccella, ha giudicato le linee guida lombarde talmente buone da dover essere distribuite a tutto il territorio nazionale”. Infine, ripete l’assessore, “l’ex ministro della Salute Livia Turco, in una lettera che mi mando’ il 14 marzo scorso, disse in sostanza che queste linee guida erano pregevoli e sarebbero state comunicate a tutte le altre Regioni perche’ le conoscessero. La Turco dice si’, il Tar dice no: e’ sorprendente”.
L’atto di indirizzo ‘targato’ Lombardia esprime secondo Bresciani “una perfetta applicazione della legge 194”. Essenzialmente per tre ragioni: “potenzia il ruolo dei consultori perché ogni atto medico richiede un consenso informato e alla donna vanno dunque offerti informazioni e sostegno”.
“Secondo elemento – continua l’assessore – vogliamo che l’aborto terapeutico, quando eseguito dopo il 90esimo giorno di gravidanza, sia documentato come realmente terapeutico. Anche per creare un registro dei casi” e gestirli al meglio”.
“Terzo elemento: le nostre neonatologie riescono oggi a dare la possibilita’ (pari almeno al 50%) di tenere in vita il prodotto del concepimento gia’ alla 22esima settimana di gestazione. Quindi noi faremo di tutto per guadagnare vite. Si chiama tutela della vita – conclude Bresciani – un punto su cui non c’e’ sentenza di Tar che riuscira’ a fermarci”.
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