Famiglia

Aborto: consulta bioetica, abolire l’obiezione di coscienza

Altra indicazione della Consulta è diminuire i tempi e le lungaggini burocratiche!!

di Redazione

Riformare subito la legge 194 per garantire maggiore liberta’ alla donna. Questa la richiesta del Presidente Consulta di Bioetica (una associazione privata da non confondersi con il Comitato nazionale di bioetica), Maurizio Mori. ”Ha dell’incredibile la dichiarazione del segretario della Cei monsignor Betori – afferma Mori in una nota – che attribuisce gli eventi come quelli accaduti recentemente a Genova a una mentalita’ abortista senza confini. Il problema vero e’ che in Italia non si riesce ad adeguare la legge alle nuove esigenze sociali”.
In particolare, la Consulta di Bioetica ritiene che ”le cause principali della diffusione dell’aborto al di fuori della legge 194 vanno ricercate nelle lungaggini burocratiche e nel clima culturale che non assicura alla donna garanzie di riservatezza. Non si puo’ pensare che le donne si affidino alle strutture pubbliche quando non hanno la certezza della privacy, sia al momento presente che futuro. Per questo gli ospedali devono trovare soluzioni che garantiscano riservatezza e bisogna evitare quanto gia’ troppe volte accaduto, ossia che dopo vari anni si aprano inchieste per controllare presunte irregolarita’ che mettono a repentaglio la privacy”.
Per superare la situazione attuale e’ necessario, secondo la Consulta di Bioetica, ”rivedere la 194 su due punti: togliere l’obiezione di coscienza in modo da aumentare il numero di medici e rendere meno onerose le pratiche burocratiche. L’obiezione di coscienza andava bene trenta anni fa’ nella situazione in cui molti medici, gia’ ormai avanti nella loro carriera, si erano venuti a trovare, quasi all’improvviso, di fronte ad una pratica del tutto imprevista. In quella situazione era giustificabile l’obiezione di coscienza per garantire la serenita’ di questi operatori sanitari. Da anni, invece, chi intraprende una professione medica e sanitaria sa che tra i compiti della sanita’ pubblica vi e’ anche quello di rispettare la volonta’ della donna in merito al controllo della fertilita’; per cui non si giustifica piu’ l’obiezione di coscienza che di fatto e’ diventata un comodo alibi per evitare difficolta’ e impegni; garantire in modo preciso la riservatezza della donna. Queste proposte – conclude la nota di Mori – sembrano in linea con quanto suggerito dal Consiglio d’Europa che a larga maggioranza ha messo all’ordine del giorno un documento in cui si chiede che sia facilitata, in tutta Europa, la liberta’ della donna di decidere circa l’interruzione della gravidanza”.


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