“Abitare Connessioni”, le visioni di Nivola per rifondare lo spazio pubblico
Il celebre artista nel 1953 presentò il progetto del “paese-pergolato”. Il suo paese d’origine, Orani, dal 2 al 7 agosto sarà al centro dell'iniziativa insieme a Mamoiada, Orgosolo e Ottana. Questo progetto ha vinto il bando del Ministero della Cultura “Borghi in festival”. Il Festival punta a rifondare lo spazio pubblico, tessere relazioni, dipanare conflitti e trasformare i rapporti tra le persone
Il celebre artista Costantino Nivola nel 1953 pubblicò una serie di disegni che illustravano il progetto del cosiddetto “paese-pergolato”. Si era ispirato al suo paese d’origine, Orani (Nuoro), immaginando di collegare tutte le case con le pergole che avrebbero trasformato le strade in spazi più intimi e vivibili dagli abitanti. Un’idea decisamente avanti con i tempi, che andava oltre la scultura, la pittura e l’architettura per inoltrarsi in un ambito di vita quotidiana. A quell’idea è ispirato “Abitare Connessioni”, un progetto che ha vinto il bando del Ministero della Cultura “Borghi in festival”. La trama verde del pergolato intreccia i fili e i legami di quattro comunità del Nuorese: dal 2 al 7 agosto prossimi, infatti, l’evento animerà i paesi di Mamoiada, Orani, Orgosolo e Ottana.
Questo Festival punta a rifondare lo spazio pubblico, tessere relazioni, dipanare conflitti e trasformare i rapporti tra le persone, riportando le comunità in piazza, tra le strade, negli angoli nascosti tra le curve delle viuzze del centro storico nelle quali si affacciano le tipiche abitazioni in granito e pietra, sulle scalinate delle chiese e lungo suggestivi itinerari immersi in un paesaggio aspro, selvaggio e pittoresco. Soprattutto dopo le distanze e i silenzi di questa lunga pandemia.
“Abitare Connessioni” è stata l’unica proposta proveniente dalla Sardegna tra quelle che hanno partecipato al bando del Ministero. Con altre sette, è stata scelta tra centinaia in ambito nazionale. Il progetto è nato da un’idea dello spin off universitario Sardarch, con il contributo di Enrica Puggioni e la direzione artistica di Maria Paola Zedda. Le Amministrazioni comunali dei quattro paesi coinvolti hanno contribuito a costruire una trama che mette insieme tradizione e contemporaneità, esperienze locali e d’oltremare, formazione e confronto, economia e cultura, artigianato ed enogastronomia locale.
«Il lavoro di ricerca e azione che abbiamo sperimentato in questi anni con Sardarch nelle aree interne – spiega Matteo Lecis Cocco Ortu di Sardarch – si concretizza in una settimana di connessioni tra i quattro paesi partner del progetto. Ogni giorno avremo percorsi di formazione riservati ai giovani dei rispettivi territori e delle aree degli altri festival vincitori, con l’obiettivo di creare una rete di agenti di cambiamento. Ci saranno momenti di dibattito pubblico che animeranno le piazze dei borghi per invitare le comunità a partecipare attivamente alla riprogrammazione dei loro luoghi di vita e di lavoro. E poi avremo tanti eventi culturali, che spazieranno dalle Officine Comunitarie (dedicate alle tradizioni locali) alla sezione Suoni in Barbagia a cura della Fondazione Teatro Lirico, sino al ricco programma di arte pubblica curato con la Fondazione Nivola a Orani e il Museo delle Maschere a Mamoiada. La sera, infatti, Orani, Mamoiada, Ottana e Orgosolo saranno letteralmente invasi dalle esperienze artistiche di Andreco a Ottana, Mara Cassiani a Mamoiada, Claudia Losi a Orgosolo, Cristian Chironi, Enzo Cosimi, Gianmarco Porru e Fabio Saiu a Orani, mentre Aereocene di Tomas Saraceno disegnerà le vie di connessione tra i paesi. Gli artisti co-produrranno le loro opere insieme a performer, musicisti, danzatori, video maker cittadini per poi lasciare spazio a una grande festa comunitaria finale».
Il sindaco di Orani, Antonio Fadda, allarga la visione: «Il Festival dei Borghi sarà una settimana densa di eventi che animeranno i nostri paesi, pronti per accogliere turisti e visitatori. Per il mio Comune è motivo di orgoglio e soddisfazione il riconoscimento del percorso di rigenerazione urbana che abbiamo avviato negli ultimi anni, in particolare con il progetto Pergola Village, che sulla visione di Costantino Nivola mira a rilanciare il nostro centro storico, rendendolo bello, accogliente e identitario».
«Immagino il festival come un ecosistema, un moltiplicarsi di connessioni attraverso cui ripensare il mondo e le forme dell’abitare, riscrivere coralmente, a partire dai passaggi degli artisti e dal loro incontro con le culture dei territori, nuove politiche di coesistenza, interrogando insieme il presente, il futuro, la storia, attivando dialoghi interspecie», è il parere della direttrice artistica Maria Paola Zedda. «La programmazione sarà articolata secondo pratiche legate alla singolarità dei contesti e cucite tra loro secondo una struttura nomadica e itinerante. È un invito all’attraversamento, a percorrere paesaggi, storie, narrazioni con una vocazione interdisciplinare vibrante in cui si affiancano alla ricerca artistica e performativa questioni vitali, visioni del futuro, strategie di sopravvivenza in un pianeta infetto. Sarà una grande festa di comunità per uscire insieme da una lunga notte, per riprendere il respiro dopo l’apnea di questi mesi, ascoltare canti silenti che emergono dai graniti, dalle foreste, dalle rocce, dalle acque, e ritrovare collettivamente attraverso il ritorno dei corpi sulla scena nuove forme di lotta, di gioia e di preghiera».
Credits: foto di Verbis Media, Mara Cassiani e Cedric Dasesson
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