Formazione
Abdel Majid Touil che scuola frequentava?
La domanda che nessuno si è fatto. La scuola di italiano frequentata dal giovane Touil è uno dei molti corsi erogati dai CPIA (ex CTP), i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti dove si incontrano biografie di ogni parte del mondo. Oggi i CPIA sono in una fase di transizione nel disinteresse generale
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Caro direttore, nessuno, constato, che si sia chiesto che tipo di scuola frequentava il giovane marocchino Abdel Majid Touil. Qualche domanda di rapina all’insegnante senza capire, i giornalisti, nemmeno dove poggiavano i piedi.
La scuola di italiano frequentata dal giovane Abdel Majid Touil è uno dei molti corsi erogati dai CPIA (ex CTP), i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, scuole statali che rappresentano l’ideale continuazione dell’esperienza delle 150 ore nata negli anni Settanta e offrono un servizio gratuito di istruzione e formazione a cittadini italiani e stranieri. Io ci insegno da qualche anno nel CPIA che è uno dei riferimenti più importanti sia per l’ampia offerta di corsi di italiano di vari livelli, da quelli per studenti analfabeti anche nella lingua madre, a quelli più avanzati (fino al livello C1 del Quadro Comune Europeo), sia per la possibilità di frequentare un corso annuale che dà accesso all’esame per la licenza media.
A Milano il CPIA si articola in nove punti di erogazione, di cui uno all’interno del carcere di San Vittore e uno all’interno del Beccaria.
Sui banchi di queste scuole si incrociano vite che vengono da lontano in tutti i sensi, perché nelle classi convivono studenti provenienti da moltissimi paesi di Africa, Asia e America Latina, con livelli culturali, storie personali e fedi religiose molto diversificati. Per tutti loro il CPIA è un’occasione fondamentale per l’apprendimento della lingua italiana (il superamento del test di livello A2 di conoscenza della lingua è attualmente indispensabile per ottenere il permesso di soggiorno di lunga durata), ma anche per inserirsi in un percorso di integrazione e orientamento nella nostra società. E’ un inserimento molto faticoso, complicato, irto di difficoltà e di delusioni, quello di molti migranti, cui il CPIA offre un sostegno in termini di conoscenze linguistiche, culturali e pratiche, e anche di relazioni umane sia con i docenti che tra gli studenti. Così accanto ai corsi elementari (gli esercizi di trasformazione singolare/plurale sul quaderno di Touil, molto meno banali di quello che potrebbero sembrare a prima vista) anche i corsi più avanzati sono molto apprezzati, per esempio dalle badanti russe e ucraine, spesso laureate nei loro paesi, che nelle due ore di permesso possono ritrovare il piacere di una scoperta culturale.
I CPIA sono proprio in questo momento in una fase di passaggio a un nuovo ordinamento che dovrebbe farne il cardine di un rinnovato sistema di istruzione per adulti esteso anche alle scuole superiori serali, i cui contorni appaiono al momento piuttosto confusi. E’ un peccato che questa delicata e importante trasformazione avvenga nel disinteresse generale, senza che né nel mondo della scuola, nella società civile o sulla stampa si registri un minimo di discussione su questi temi. E senza che nessuno abbia raccontato che diavolo di scuola stava frequentando Touil. E tutto questo nelle settimane della #buonascuola a testimoniare l’alto tasso di ideologia presente nella discussione e il ttale disinteresse rispetto alla realtà.
Cristina Moroni